disgrazia
disgràzia s. f. [comp. di dis-1 e grazia]. – 1. Stato di privazione della benevolenza, della simpatia, del favore da parte di altra persona (l’opposto quindi di grazia), nelle locuz. cadere, [...] ; venne in d. della imperatrice Sofia (G. Villani); in partic., essere in d. di Dio, essere in grave colpa, trovarsi in peccato mortale. 2. Più com.: a. Sfortuna, sventura, cattiva sorte: la d. ci perseguita; avere la d. addosso; portare d., esser ...
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derivare1
derivare1 v. intr. e tr. [dal lat. derivare tr., propr. «trarre l’acqua da un ruscello», der. di rivus «ruscello, corso d’acqua»]. – 1. intr. (aus. essere) Scaturire, aver origine, provenire [...] ., fig. a. Discendere, trarre principio, provenire: d. da nobile famiglia; da Dio deriva ogni verità; ogni vizio e peccato grave dalla superbia si deriva e nasce (Passavanti); essere causato: tutti questi guai sono derivati dalla sua testardaggine. b ...
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ira
s. f. [lat. īra]. – 1. Sentimento per lo più improvviso e violento, che, provocato dal comportamento di persone o da fatti, circostanze, avvenimenti, tende a sfogarsi con parole concitate, talvolta [...] in ferventissimo furore accende l’anima nostra (Boccaccio); tra l’i. funesta del Pelide Achille e l’i. di Dio dopo il peccato di Adamo, sembra che l’Occidente, che ha nella cultura greca e in quella giudaico-cristiana le sue matrici, rinvenga nell’i ...
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purificare
v. tr. [dal lat. purificare, comp. di purus «puro» e -ficare] (io purìfico, tu purìfichi, ecc.). – 1. Rendere pura o più pura una sostanza, togliere ciò che contiene d’impuro, di estraneo; [...] gli abitanti dell’India usano purificarsi nelle acque del Gange; secondo la religione cattolica le anime si purificano dal peccato nel purgatorio. 2. Fare, compiere determinati atti rituali per rendere una persona, una cosa, un luogo degni di entrare ...
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iracondia
iracóndia (ant. iracùndia) s. f. [dal lat. iracundia]. – La qualità, il carattere di chi è iracondo; disposizione d’animo ad adirarsi facilmente, ad andare in collera: d’iracundia van solvendo [...] il nodo (Dante), con allusione agli iracondi che scontano nel Purgatorio il loro peccato. ...
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preservare
v. tr. [dal lat. tardo praeservare, comp. di prae- «pre-» e servare «conservare»] (io presèrvo, ecc.). – 1. Salvare, tenere lontano, da pericoli fisici o danni morali, mediante difese, accorgimenti [...] di p. i figli dalle amicizie pericolose, dalla droga; in partic., rendere esente: la Vergine fu preservata dal peccato originale. Più in generale, salvaguardare con accorgimenti preventivi: con una vita sana si può p. la salute, o, specificando ...
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donna-immagine
(donna immagine), loc. s.le f. Donna che personifica un tipo ideale; donna che costruisce l’immagine di personaggi noti. ◆ Se fin qui abbiamo parlato del tema della collezione (la cui [...] 1998, Roma, p. XI) • Carole Bouquet, in prima fila davanti alla passerella di Pucci, è una quieta signora radiosa, e peccato manchi, a far da contrasto, l’esorbitante marito Gérard Depardieu. Donna immagine di Chanel negli anni Novanta, Carole non è ...
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accidioso
accidióso agg. [dal lat. tardo acidiosus, acediosus]. – 1. Di accidia, colpevole di accidia (come peccato): Portando dentro accidïoso fummo (Dante); anche sost.: gli a. dell’Inferno dantesco. [...] 2. Triste, tetro; svogliatamente inerte o indolente; uggioso: esseri silenziosi e a., che potevano rimanere per giornate intere distesi al sole senza fare un movimento (Palazzeschi); pensieri a.; le a. ...
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brutto
agg. [adattamento ant. del lat. brutus: v. bruto]. – 1. Che produce un’impressione estetica sgradevole, perché difettoso, sproporzionato, privo di grazia, o per altre ragioni spiacevole. È il [...] , una b. cravatta; che b. spettacolo! Riferito a persona, nell’uso familiare si rafforza in b. come il demonio, come il peccato, come la fame, come la morte, ecc. Rispetto al senso dell’udito: b. voce, stridula, sgradevole, sgraziata; e così b. suono ...
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scoop
〈skùup〉 s. ingl. [di origine incerta e complessa, che nelle lingue anglosassoni ha anche altri sign.] (pl. scoops 〈skùups〉), usato in ital. al masch. – Colpo giornalistico, cioè notizia sensazionale [...] riesce ad avere e un giornale a pubblicare in esclusiva precedendo la concorrenza: fare uno s.; forse avevo peccato per qualche imprecisione e qualche forzatura, ma quella cronaca clandestina mi pareva uno s. giornalistico (Gorresio); analogam., uno ...
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Nel linguaggio teologico, parola, atto o desiderio contrari alla legge divina: un’offesa a Dio, nel rifiuto del suo amore, che ferisce la dignità dell’uomo.
Nella manualistica teologica, soprattutto cattolica, si distingue il p. attuale, ossia...
veniale, peccato Nella teologia morale cattolica, trasgressione di una legge di importanza secondaria; è sempre un’offesa a Dio, ma, a differenza del peccato mortale, cui si contrappone, non priva l’anima della grazia ed è emendato con una pena...