muezzinmueżżìn (anche mueżżino) s. m. [dal turco müez-zin ‹müe∫∫ìn›, che è dall’arabo mu’ adhdhin «colui che pronuncia l’adhān (o invito alla preghiera)»]. – Persona addetta alla moschea, che dall’alto [...] del minareto modula secondo una cantilena la formula stabilita per chiamare i fedeli nelle ore dedicate alle cinque preghiere canoniche ...
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minareto
minaréto (ant. minaré, mineré) s. m. [dal turco minārè, adattam. dell’arabo manāra «lanterna, faro», attrav. il fr. minaret, ant. mineret]. – Nel mondo musulmano, costruzione a forma di torre [...] di notevole sviluppo verticale, dalla quale il muezzin, in date ore del giorno, chiama i credenti musulmani alla preghiera; può trovarsi sia nei pressi della moschea, sia distaccato da essa e anche del tutto isolato (in quest’ultimo caso può fungere ...
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fedele
fedéle agg. e s. m. [dal lat. fĭdēlis, der. di fides «fede»]. – 1. Che osserva la fede data, che risponde alla fiducia di cui gode, o è costante nell’amore, nei rapporti affettivi: sposa f., marito [...] ): invito, avviso ai f.; la campana che chiama i f. alla messa. Per estens., seguace di una qualsiasi confessione religiosa: il muezzin chiama i f. alla preghiera. b. (anche f.) Chi ha fede in istituzioni profane o è comunque devoto a una causa, a ...
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talacimanno
s. m. [dal pers. dānishmand «dotto», der. di dānish «scienza»], ant. – Termine che in Occidente fu usato talora a indicare il muezzin: Né sopra i campanil gridando va Ne’ suoi paesi più il [...] t. (Pulci); Un muover d’arme, un correr di persone, E di talacimanni un gridar d’alto (Ariosto) ...
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shahid
s. m. e f. inv. Nel mondo islamico, chi è disposto a sacrificare la propria vita per l’affermazione dell’ideale religioso. ◆ In Iraq ci sono alcune migliaia di mujahidin, combattenti islamici, [...] un semplice microcellulare. (Alberto Ronchey, Corriere della sera, 20 agosto 2006, p. 1, Prima pagina) • La voce del muezzin che richiama i musulmani alla preghiera si leva potente in una Gaza insolitamente silenziosa. Una coppia di ronzini trascina ...
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Persona addetta alla moschea, che dal minareto modula secondo una cantilena la formula stabilita per chiamare i fedeli alle cinque preghiere canoniche e al servizio solenne del venerdì. Il primo m. fu Bilāl, compagno di Maometto.