luce
s. f. [lat. lūx lūcis, ant *louk-s, affine al sanscr. roká-, armeno loys, gotico liuhath, ted. Licht, e all’agg. gr. λευκός «brillante, bianco»]. – 1. a. Ente fisico al quale è dovuta l’eccitazione [...] una l. strana. In partic., la lucentezza, la vivezza dei riflessi di una pietra preziosa: brillante che ha una bella luce. 2. a. Usato assol., s’intende spesso, in modo inequivocabile, la luce del sole: una stanza piena di l., bene esposta al sole ...
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potenza
potènza (ant. potènzia) s. f. [dal lat. potentia, der. di potens -entis «potente»]. – 1. In senso generico, l’essere potente, il fatto di potere: così ... la potenza corrispondesse alla buona [...] a cose, elementi naturali e sim., grande forza, violenza, intensità impetuosa: ha una gran p. di voce; la p. del vento, delle onde teoria degli insiemi, p. di un insieme, concetto che s’introduce per indicare la quantità degli elementi di un insieme: ...
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potenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo potentialis, der. di potentia «potenza»]. – 1. agg. a. Nel linguaggio filos., che concerne la potenza, che è in potenza (nel senso partic. per cui potenza si contrappone [...] pensata come possibile, sia in forma positiva sia in forma negativa; il termine è usato anche come s. m. per indicare sia il modo (o il tempo) che ha tale funzione, sia la funzione stessa. Nella grammatica scolastica del latino si parla, per es., di ...
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potere1
potére1 (ant. podére) s. m. [uso sostantivato del verbo potere2]. – 1. a. Capacità, possibilità oggettiva di agire, di fare qualcosa: noi ... scorgiamo ... il colmo della nostra esistenza nelle [...] azioni, i pensieri: non ho alcun p. su di lui; ha sempre avuto molto p. sui figli; le sue parole esercitano d’impedirmi di andarmene?; da questo corso si diparte Talor la creatura, c’ha podere Di piegar, così pinta, in altra parte (Dante); è in mio, ...
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servizio
servìzio s. m. [dal lat. servitium, propriam. «condizione di schiavo», der. di servus: v. servo]. – 1. non com. In senso astratto, rapporto di soggezione o sudditanza; in partic., in epoca feudale, [...] presso un ente pubblico o privato, un’impresa e sim.: entrare in s.; prestare s. presso un ministero; ha preso s. da poco tempo; è andato in pensione dopo trent’anni di s.; lasciare il s. per raggiunti limiti di età; è stato trasferito per motivi di ...
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stesso
stésso agg. [lat. iste ĭpse, accus. istum ĭpsum]. – 1. Sinon. più frequente di medesimo per esprimere identità; quindi: a. Che è proprio quello, che non è diverso o altro da quello di cui si parlava [...] . Anche, di fatti che si ripetono in modo uguale o simile, fino alla noia; è sempre la s. storia; mi ha ripetuto cento volte lo s. discorso; rafforzato con medesimo: è la stessa e medesima cosa. b. Uguale per quantità, qualità, grandezza, ecc ...
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vantaggio
vantàggio s. m. [dal fr. ant. avantage, der. del lat. tardo abante «avanti»; cfr. la forma ital. ant. av(v)antaggio]. – 1. Posizione di superiorità, condizione favorevole che uno ha, con proprio [...] : è arrivato per primo al traguardo con un v. di un minuto (oppure con un minuto di v.) sul gruppo; la squadra capolista ha un v. di cinque punti sulla seconda in classifica. In gare di corsa, abbuono di distanza o di tempo concesso alla partenza ai ...
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piu
più (ant. o pop. tosc. piùe) avv. e agg. [lat. plūs, compar. neutro di multus «molto»]. – 1. avv. a. Come comparativo dell’avv. molto, significa «in maggior quantità, in maggior misura», contrapponendosi [...] spesso il sign. di «in maggior numero»; oggi c’era più gente; paghi lui, che ha più soldi di me; ho segnato più punti io; altre volte s’adopera senza preciso valore comparativo, per indicare un numero più o meno grande: rimarrò assente per più giorni ...
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bene2
bène2 s. m. [dall’avv. bene1]. – 1. a. Ciò che è buono in sé, cioè perfetto nella compiutezza del suo essere o nel suo valore morale, e quindi oggetto di desiderio, causa e fine dell’azione umana: [...] da cui ci viene gioia, felicità; tu sei il mio unico b.; non ha altro b. che quel figlio; quindi, la persona che è oggetto di viveri, e s’intende di solito che ve ne sia abbondanza): ha la casa piena d’ogni ben di Dio; con altro senso: ha speso il ...
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luna
s. f. [lat. lūna, affine a lūx «luce»]. – 1. a. Unico satellite naturale della Terra (l’oggetto celeste ad essa più vicino), di forma quasi sferica, privo di acqua e di atmosfera, la cui luminosità [...] l., nel primo o nell’ultimo quarto, o anche quand’è falcata (l’espressione ha inoltre varî usi partic. o fig., per cui v. mezzaluna, che è forma del sistema solare. c. In araldica, per luna s’intende sempre la luna piena, che appare però raramente ...
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Quando si trova in posizione iniziale di parola, normalmente s si pronuncia sorda [s] (➔ sibilanti) se seguita da vocale o semiconsonante (sale, seta, simbolo, sogno, sugo; siesta, suolo; ➔ semivocali) oppure se seguita da consonante sorda (scatto...
Poeta lettone (Riga 1936 - Lettonia 2022). Ha lavorato in varie redazioni di riviste letterarie lettoni e ha pubblicato tre raccolte di versi (Lirika un balsis "Lirica e voce", 1978; Iesien balta lakatina "Avvolto nella pezzola bianca", 1986;...