salute
s. f. [lat. salus -ūtis «salvezza, incolumità, integrità, salute», affine a salvus «salvo»]. – 1. letter. Salvezza, soprattutto come stato di benessere, di tranquillità, d’integrità, individuale [...] , un’eccellente s., una s. perfetta; avere, non avere s., come stato duraturo; avere una s. di ferro; has. da vendere; è pieno di s.; è il ritratto della s., ha i colori della s., di chi ha un aspetto florido, sano; scoppiare di s., sprizzare s. da ...
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sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] [...] : sa molto bene la letteratura latina; non c’è nessuno che sappia la fisica come lui; all’esame l’alunno ha saputo poco e male; s. qualcosa come il paternostro, come l’avemmaria, a menadito, per filo e per segno, averla imparata molto bene ed esser ...
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sacco
s. m. [lat. saccus, dal gr. σάκκος, di origine semitica (ebr. sáq)] (pl. -chi; ant. o pop. tosc. le sacca). – Termine che, nell’antichità, indicò genericam. un tessuto grossolano, solitamente di [...] : possiede un s. di soldi; c’era un s. di gente per le strade; gli ha fatto un s. di domande; mi ha raccontato un s. di bugie; ha preso un s. di botte; gliene ha date (o dette) un s. (e, più efficacemente, un s. e una sporta); gli vuole un s. di bene ...
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segno
ségno s. m. [lat. sĭgnum «segno visibile o sensibile di qualche cosa; insegna militare; immagine scolpita o dipinta; astro», forse affine a secare «tagliare, incidere»]. – 1. a. Qualsiasi fatto, [...] oggetti o gesti simbolici ma, anche, il sistema di comunicazione usato dai sordomuti): gli fece s. di sì, di no; si erano fatti di nascosto un s. d’intesa; mi ha fatto un s. di saluto da lontano; non ti muovere fino a quando non ti faccio segno; mi ...
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mettere
méttere v. tr. [lat. mĭttĕre «mandare», nel lat. tardo «mettere»] (pass. rem. miṡi, mettésti, ecc. [pop. tosc. méssi, mésse, méssero]; part. pass. mésso). – Verbo di sign. ampio e generico, dai [...] ; con soggetto di cosa: il treno si mise a correre; il motore s’è messo a fare i capricci, ecc.; e con verbi impersonali: s’è messo a piovere, a nevicare. e. Sign. affine ha anche seguìto da complementi: mettersi all’opera, accingersi a operare, ad ...
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superare
v. tr. [dal lat. superare, der. di super «sopra»; propr. «essere al di sopra»] (io sùpero, ecc.). – 1. a. Essere superiore per dimensioni, cioè più alto, più lungo, più largo, e in genere di [...] avversaria per due reti a zero (frasi in cui è sinon. di vincere); s. un rivale; s. la concorrenza; con la buona volontà, ha superato tutti i suoi compagni di studio; l’allievo ha superato il maestro, è diventato più bravo, più valente di lui; iperb ...
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tempo
tèmpo s. m. [lat. tĕmpus -pŏris, voce d’incerta origine, che aveva solo il sign. cronologico, mentre quello atmosferico (cfr. al n. 8) era significato da tempestas -atis]. – 1. L’intuizione e la [...] a tante cose; è una donna attivissima, e sa trovar t. a tutto; non ho mai un minuto, un briciolo di t. (s’intende libero, disponibile); e chi ce l’ha, e dove lo trovo, e chi me lo dà il t.? (per fare qualche cosa che viene richiesta o imposta); sono ...
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lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] ospiti; mi dispiace, ma debbo lasciarti; ci vuole l., di chi ha deciso di andar via, di andarsene (anche rifl. recipr.: è tardi presuppone una certa resistenza: si lasciò convincere; alla fine s’è lasciato piegare. b. Locuz. particolari, con un ...
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bello
bèllo agg. [lat. bĕllus «carino, grazioso», da *due-
nŭlus, dim. di duenos, forma ant. di bonus] (sing. m. bèl, pl. m. bèi, davanti a consonante seguita da vocale, e davanti a f, p, t, c, v, b, [...] Quantitativamente notevole, quindi (secondo il caso) grande, grosso, forte, abbondante e sim.: ha guadagnato una b. sommetta; ha fatto un bel progresso; ci fece sopra una b. dormita; s’è mangiato una b. porzione di carne; è caduta una b. nevicata; c ...
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parola
paròla s. f. [lat. tardo parabŏla (v. parabola1), lat. pop. *paraula; l’evoluzione di sign. da «parabola» a «discorso, parola» si ha già nella Vulgata, in quanto le parabole di Gesù sono le parole [...] lui: metterò io una buona p. per te. Con valore collettivo: S’i’ ho ben la p. tua intesa (Dante), il concetto non si può dire una p. senza che se la prenda a male. Ha tono enfatico e iperbolico anche l’espressione mezza parola, con sign. varî: ...
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Quando si trova in posizione iniziale di parola, normalmente s si pronuncia sorda [s] (➔ sibilanti) se seguita da vocale o semiconsonante (sale, seta, simbolo, sogno, sugo; siesta, suolo; ➔ semivocali) oppure se seguita da consonante sorda (scatto...
Poeta lettone (Riga 1936 - Lettonia 2022). Ha lavorato in varie redazioni di riviste letterarie lettoni e ha pubblicato tre raccolte di versi (Lirika un balsis "Lirica e voce", 1978; Iesien balta lakatina "Avvolto nella pezzola bianca", 1986;...