lontano [lat. ✻longitanus, der. di longe "lontano, lungi"]. - ■ agg. 1. a. [che si trova a grande distanza nello spazio: recarsi in un posto l.; il paese è l. pochi chilometri] ≈ (lett.) discosto, distante, [...] luoghi) e quando ci si riferisca a distanze ridotte: tirava un po’ fuori il cassetto, ne cavava la rivoltella e la poneva sono distante, il lett. lungi, ancora una volta remoto (il suo sogno d’amare era ancora remoto! [F. Tozzi]) e la locuz. di là da ...
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vedere /ve'dere/ [dal lat. vidēre] (pres. indic. védo [lett. véggo, ant. o poet. véggio], védi [ant. véi, vé'], véde, vediamo [ant. o poet. veggiamo], vedéte, védono [lett. véggono, ant. o poet. véggiono]; [...] [trovarsi in un brutto guaio] ≈ (fam.) passare un brutto quarto d'ora, (fam.) vedersela brutta (o nera). □ vedere la luce 1 impiega partic. attenzione il verbo più adatto, oltre a guardare, è osservare, che ne è la variante intens.: alla sera la vidi ...
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armonia /armo'nia/ s. f. [dal lat. harmonĭa, gr. harmonía, affine a harmózō "comporre, accordare"]. - 1. a. (mus.) [concordanza di voci o di strumenti: a. di violini] ≈ accordo, consonanza. ↔ cacofonia, [...] »: lezioni d’a.; trattato di a.; le leggi dell’armonia. A partire dal Cinquecento, si comincerà a distinguere l’a. dalla è quello che vede a. come sinon. di eufonia, musicalità: né da te, dolce amico, udrò più il verso / e la mesta a. che lo governa ...
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venire [lat. vĕnire] (pres. indic. vèngo, vièni, viène, veniamo, venite, vèngono; pres. cong. vènga, veniamo, veniate, vèngano; imperat. vièni, venite; fut. verrò, ecc.; condiz. verrèi, ecc.; pass. rem. [...] fuori: se viene (fuori) l'asso, ho vinto io] ≈ uscire. d. [di pianta e sim., germogliare e svilupparsi: sono climi in cui il . [muoversi verso un luogo, anche con la prep. a: se ne veniva tranquillo a casa] ≈ andare, recarsi. ● Espressioni: fig., fam ...
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vero /'vero/ [lat. vērus]. - ■ agg. 1. [che è realmente ciò che dice il suo nome: i v. genitori; il v. autore di un'opera] ≈ effettivo, reale. ↔ falso, fittizio, immaginario. ↓ presunto, supposto. 2. a. [...] sapeva ancora nulla, tant'è v. che ha continuato a lavorare come prima] ≈ prova ne sia che, tant'è che. ‖ difatti, infatti. alle caratteristiche dichiarate: oro v.; v. lana] ≈ autentico, d.o.c., d.o.p., genuino, originale, puro, schietto, [spec. di ...
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cosa /'kɔsa/ [lat. causa "causa", che ha sostituito il lat. class. res]. - ■ s. f. 1. a. (filos.) [tutto quanto esiste, nell'immaginazione, di astratto o d'ideale] ≈ entità, essenza, idea. b. [tutto quanto [...] d’animo e sim.: la gelosia è una c. che non accetto; come si fa ad accettare una c. tanto assurda come il razzismo? Oppure come argomento: la c. di cui stai parlando mi interessa moltissimo. In quest’uso c. si è quasi tecnicizzato: alla finea Dio, a ...
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bagnare [lat. tardo balneare, der. di balneum "bagno"] (io bagno, ... noi bagniamo, voi bagnate, e nel cong. bagniamo, bagniate). - ■ v. tr. 1. a. [spargere d'acqua o d'altro liquido una persona o cosa [...] ’ausilio di dispositivi automatici.
Inumidire rimanda in genere a una scarsa quantità d’acqua: si inumidiscono i panni per stirarli meglio. limitato alla terminologia tecnico-scientifica) è infine il verbo idratare, che è stato peraltro riportato in ...
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bello /'bɛl:o/ [lat. pop. bellus "carino, grazioso"] (sing. m. bèl, pl. m. bèi, davanti a consonante seguita da vocale, e davanti a f, p, t, c, v, b, d, g seguite da l o r; bèllo, bègli negli altri casi; [...] ); ogni gesto / armonioso e rude / mi fu d’esempio (G. D’Annunzio).
B. è sinon. di buono quando si caso b. è sinon. di acuto, fine, pronto, vivace e si contrappone a ottuso o tardo ma non a brutto.
Anche nel sign. di «quantitativamente rilevante ...
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dire (ant. dicere /'ditʃere/) [lat. dicĕre] (pres. dico, dici [ant. o pop. di'], dice, diciamo, dite, dìcono; imperf. dicévo, ecc.; pass. rem. dissi, dicésti, ecc.; fut. dirò, ecc.; condiz. dirèi, ecc.; [...] a Deo molto a grato» (I. Da Todi); «Maggior difetto men vergogna lava», / disse ’l maestro, «che ’l tuo non è stato [...]» (Dante); «Questo non farò io» disse Andreuccio (G. Boccaccio). Si noti che, soprattutto quando d. si trova nel mezzo o alla fine ...
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combinare [dal lat. tardo combinare, der. di bini "a due a due", col pref. con-]. - ■ v. tr. 1. a. [mettere insieme due o più cose affini, secondo un determinato criterio, con la prep. con del secondo [...] [mettere d'accordo, con a fare qualcosa di utile: è un fannullone che non combinerà mai nulla di buono; che hai combinato oggi?] ≈ concludere, fare. b. [fare qualche sproposito, provocare qualche danno per sventatezza e sim., spesso con la partic. ne ...
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Scrittore latino di origine africana (Madaura 125 d. C. circa - Cartagine 180 d. C. circa). Narratore abilissimo, è una delle figure più singolari della letteratura latina; il suo stile, ricco di accorgimenti retorici ma personalissimo, esercitò...
Scrittore (Pescara 1863 - Gardone Riviera 1938). Fu uno dei maggiori esponenti del decadentismo europeo. Dotato di una cultura molto vasta, mostrò un'inesauribile capacità di assimilare le nuove tendenze letterarie e filosofiche, rielaborandole...