uopo /'wɔpo/ s. m. [lat. ŏpus, neutro indecl.], solo al sing., lett. - [ciò che è necessario, spec. nelle locuz. è (d')u., fa d'u.: Né solo a me la tua risposta è u. (Dante)] ≈ bisogno, necessità. ● Espressioni: [...] non com., essere d'uopo [essere necessario, spec. in forma impers.] ≈ (non com.) abbisognare, bisognare, necessitare, occorrere. ↑ urgere. ▲ Locuz. prep.: all'uopo [proprio per quello scopo, per quel caso e sim.: costruito, fatto all'u.] ≈ ad hoc, ( ...
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alto [lat. altus, propr. part. pass. passivo di alĕre "nutrire, far crescere"]. - ■ agg. 1. a. [che si eleva dal suolo con uno sviluppo verticale notevole: un a. monte; alberi d'a. fusto] ≈ elevato. ‖ [...] iron.: una prostituta d'a. bordo] ≈ altolocato; d'alto livello [di notevole pregio: un'opera d'a. livello] ≈ grosso o spesso (region. erto) per a. (talora è ammesso anche voluminoso: quel libro è assai voluminoso) e fine (meno formale ma più com., fino ...
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dimenticare (ant. dismenticare) [lat. tardo dementicare, der. di mens mentis "mente"] (io diméntico, tu diméntichi, ecc.). - ■ v. tr. 1. [perdere la memoria di una cosa, anche nella forma dimenticarsi: [...] di avere dimenticato come si fa.
Derivati - Tra i der. di d., il più diffuso è dimenticanza «il dimenticare» e anche «ciò che uscire (A. Fogazzaro); non si sprofondava né in un’osservazione, né in un pensiero, né in una sbadataggine a segno di ...
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dio s. m. [lat. dĕus, pl. dĕi e dī] (pl. dèi, ant. e dial. dii; al sing. l'art. è il, al plur. gli; al sing., la d- iniziale ha sempre, dopo vocale, il raddoppiamento sintattico). - 1. (relig.) a. (solo [...] , mago e mito, anche se, rispetto a questi, diavolo sottolinea il grado quasi prodigioso della qualità posseduta.
Interiezioni - Sia d. sia diavolo, infine, possono comparire come interiezioni. D.! (e o D.!, anche nella forma oddio!, espressione ora ...
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volere² [dal lat. ✻volere, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo'], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, voléte, vògliono [...] (G. D’Annunzio). Aspirare (a), mirare (a), puntare (a), il più formale ambire (a) e il lett. anelare (a), si riferiscono a desideri spesso v. è uno dei verbi più usati: voglio che tu te ne vada. Se un ordine è formulato in prima persona, spesso al ...
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Fabio Rossi
dimenticare. Finestra di approfondimento
Non ricordare - Il verbo più com. e fam. per esprimere il concetto di «perdere la memoria di una cosa» è scordare, o, ancora più com., scordarsi (sia [...] di avere dimenticato come si fa.
Derivati - Tra i der. di d., il più diffuso è dimenticanza «il dimenticare» e anche «ciò che uscire (A. Fogazzaro); non si sprofondava né in un’osservazione, né in un pensiero, né in una sbadataggine a segno di ...
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Fabio Rossi
dio. Finestra di approfondimento
Nomi di Dio e del diavolo - Come accade per molti termini che pertengono alla sfera del divino o del diabolico, d. e diavolo sono parole spesso deformate o [...] , mago e mito, anche se, rispetto a questi, diavolo sottolinea il grado quasi prodigioso della qualità posseduta.
Interiezioni - Sia d. sia diavolo, infine, possono comparire come interiezioni. D.! (e o D.!, anche nella forma oddio!, espressione ora ...
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fare² (ant. facere /'fatʃere/) [lat. facĕre] (pres. fàccio, non com., fo /fɔ/, fai [ant. faci], fa [radd. sint.; ant. e poet. face], facciamo, fate, fanno; imperf. facévo, ecc. [ant. e poet., nelle 3e [...] sì che quel seccatore se ne andasse; fecero tanto che lo costrinsero a cedere] ≈ fare in modo, ottenere, riuscire (a). □ farsi largo 1 gli aveva costruito dentro l’orto del monastero (G. D’Annunzio); Verdi scrisse il Requiem per la morte di Manzoni ...
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andare¹ [etimo incerto; nella coniugazione, il tema and- si alterna in alcune forme con il tema vad- dal lat. vadĕre "andare"] (pres. indic. vado [tosc. o lett. vo, radd. sint.], vai, va [radd. sint.], [...] (a), addirsi (a), attagliarsi (a), (lett.) confarsi (a), convenire (a). ↔ (non com.) disdire (a), sconvenire (a). d. ad un altro, io me ne vado via, e buona notte ai suonatori (G. Verga).
All’altro mondo - Andarsene (o a. all’altro mondo) funge ...
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cucire v. tr. [lat. ✻cosire, da ✻cosĕre, per il class. consuĕre, der. di suĕre "cucire", col pref. con] (io cùcio, tu cuci, egli cuce, noi cuciamo, voi cucite, essi cùciono). - 1. a. [congiungere insieme [...] per mezzo di punti fatti con l'ago: c. il collo d'una camicia] ≈ ⇓ imbastire, impunturare, rammendare, rappezzare, rattoppare. .) non dire néané ba, stare zitto, tacere. ↔ (lett.) favellare, parlare. c. [assol., lavorare di cucito: imparare a c.] ● ...
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Scrittore latino di origine africana (Madaura 125 d. C. circa - Cartagine 180 d. C. circa). Narratore abilissimo, è una delle figure più singolari della letteratura latina; il suo stile, ricco di accorgimenti retorici ma personalissimo, esercitò...
Scrittore (Pescara 1863 - Gardone Riviera 1938). Fu uno dei maggiori esponenti del decadentismo europeo. Dotato di una cultura molto vasta, mostrò un'inesauribile capacità di assimilare le nuove tendenze letterarie e filosofiche, rielaborandole...