v. tr. e intr. [lat. calare, chalare, dal gr. χαλάω «allentare»]. – 1. tr. a. Far discendere, mandare giù lentamente, a poco a poco: c. una corda dalla finestra; c. in mare una scialuppa; lo calarono con [...] estens., sul calar del giorno, quando il giorno volge al termine. b. Declinare, essere in pendio: se c’è più d’un varco, cominciato a c., ad accorciarsi, a farsi più brevi. Nel canto e nell’esecuzione strumentale, quando l’intonazione di una nota è ...
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morire
v. intr. [lat. *mŏrīre per il lat. class. mŏri] (pres. muòio, muòri, muòre, moriamo, morite, muòiono [pop. mòio, mòri, mòre ..., mòiono; ant. o dial. mòro ..., mòrono]; cong. pres. muòia ..., [...] morte); morto un papa, se ne fa un altro (v. papa1). b. Determinando l’età o la condizione in cui si è colti dalla morte: traduce una sentenza del poeta greco Menandro, posta come epigrafe al suo canto «Amore e morte»; m. povero o in povertà; m. in ...
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terzo
tèrzo agg. num. ord. e s. m. [lat. tertius, der. di tres «tre»]. – 1. agg. a. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero tre, viene cioè dopo altri due (in cifre arabe [...] le espressioni che hanno valore di titolo o di dicitura: Orl. Fur., canto III; Saul, atto III, scena 3a; piano III o 3°; ma sua lunghezza; è generalm. usata dai trabaccoli e bragozzi adriatici. b. s. m. Ciascuna delle tre parti in cui era divisa ...
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melodia
melodìa s. f. [dal gr. μελῳδία der. di μελῳδέω «cantare», comp. di μέλος, (v. melos) e ᾠδή «canto»; lat. tardo melodĭa]. – 1. a. Successione di suoni animata dal ritmo e regolata da leggi strofiche [...] .; le m. verdiane, pucciniane; brano ricco, povero di melodia. b. Componimento musicale di carattere prevalentemente melodico: melodie per canto e piano; una m. per violino solo; cantare, suonare, eseguire una melodia. 2. estens. Dolcezza, soavità di ...
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vocalizzare
vocaliżżare v. tr. e intr. [der. di vocale2 e, nel sign. 3, di vocale1]. – 1. tr. a. In fonetica storica, trasformare un suono consonantico in suono vocalico: alcuni dialetti italiani vocalizzano [...] altus); spesso come intr. pron.: la «l» si è vocalizzata. b. V. un testo consonantico, aggiungervi dei segni che indichino i suoni vocalici puntazione1). 2. intr. (aus. avere) In musica, cantare sulle vocali, non sulle parole o sui nomi delle note; ...
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ballata
s. f. [der. di ballare; come antico componimento poetico, è prob. dal provenz. balada; come racconto romantico, è dall’ingl. ballad]. – 1. non com. Atto del ballare, giro di ballo; meno raro, [...] ballare un po’. 2. Componimento letterario di vario tipo. Si distinguono: a. La b. italiana antica, componimento poetico d’origine popolare, collegato con il canto e la danza (detto anche canzone a ballo), e perciò costruito metricamente in modo che ...
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volare2
volare2 v. intr. [lat. vŏlare, riferito agli uccelli, ma usato anche in senso fig. per indicare grande rapidità] (io vólo, ecc.; l’aus. è per lo più avere: si usa essere quando il verbo è accompagnato [...] della mamma, o semplicem. la mamma è volata in Cielo. b. Sostentarsi e muoversi nell’atmosfera o nello spazio, riferito ad tuo labbro volavano (Foscolo); di canto, diffondersi, levarsi: E luglio ferve e il canto d’amor vola Nel pian laborïoso ...
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tono1
tòno1 (ant. tuòno) s. m. [dal lat. tonus, gr. τόνος, propr. «tensione», affine a τείνω «tendere»]. – 1. a. In linguistica, accento musicale e, con valore più generico, accento in generale (anche [...] della voce, o semplicem. il t., nel parlare o nel canto. c. Modulazione, inflessione di voce, nel parlare, nel leggere . acuti, i t. medî. b. Nome dato, nel sistema medievale, alle forme melodiche sulle quali si cantavano, per norma rituale, le varie ...
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arma
(ant. e letter. arme) s. f. [lat. arma, neutro pl., nel lat. tardo femm. sing.] (pl. armi e ant. arme). – 1. a. Qualsiasi oggetto che può essere usato come mezzo materiale di offesa o di difesa; [...] l’arme, gli amori, Le cortesie, l’audaci imprese io canto (Ariosto); Canto l’arme pietose e ’l Capitano Che ’l gran sepolcro inesperto (in partic., di chi fa le prime esperienze amorose). b. In altri casi (sempre al plur.), indica più espressamente il ...
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lezione
lezióne s. f. [dal lat. lectio -onis «lettura», der. di legĕre «leggere»]. – 1. a. ant. Lettura: se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Di tua l. (Dante); la cognizione delle azioni degli uomini [...] nella locuz. tono di lezione, con cui viene talvolta indicato il particolare modo di lettura dei testi sacri nel canto liturgico, detto comunem. accentus. b. In filologia, il modo con cui un passo di un manoscritto è stato letto da un amanuense o da ...
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Cantante (baritono e "basso cantante") nato a Bologna il 18 marzo 1798, morto a Imola il 18 novembre 1865. Fu da giovane impiegato nelle gabelle, filodrammatico, anche cantante in funzioni sacre e sonatore di contrabbasso e di liuto. Il Rossini...
Cantante, nata di nobile famiglia a Venezia nel 1693, studiò col Gasparini e con Benedetto Marcello. Diede alle sue interpretazioni un tono così pervaso di passione e di slancio da meritare il soprannome di "nuova sirena". Esordì nel 1716 e...