rettificazione
rettificazióne s. f. [dal lat. tardo rectificatio -onis, der. di rectificare «rettificare»]. – 1. L’azione e l’operazione di rettificare, il fatto di venire rettificato. Concorre con rettifica che è ormai la forma di più largo uso, mentre rettificazione è specifica o prevale solo in alcuni usi connessi con il sign. proprio del verbo, di «rendere, far tornare diritto»: r. di una strada, di un canale; procedere alla r. (o rettifica) di un confine; r. di una curva, in matematica, determinazione della lunghezza di un arco di curva, attuata con un procedimento che traduce in termini rigorosi quello intuitivo di sovrapporre all’arco un filo (non elastico) e poi distenderlo sopra una retta; r. della circonferenza, costruzione con il solo uso di riga e compasso di un segmento di lunghezza uguale a una data circonferenza (per l’impossibilità della soluzione del problema, v. quadratura); in elettrotecnica, sinon. meno com. di raddrizzamento, e in radiotecnica, sinon., meno com. e meno proprio, di rivelazione. È inoltre termine in uso nel linguaggio giur., in relazione al sign. estens. o fig. di «correggere» che ha talora il verbo rettificare: r. di atti dello stato civile, come correzione di un atto errato o ricezione di un atto omesso o anche rinnovazione di un atto smarrito o distrutto, disposta con sentenza del tribunale su richiesta dell’interessato o del pubblico ministero; r. della sentenza, v. correzione. 2. In chimica, e in alcune industrie e tecnologie, l’operazione o il processo mediante cui si rettifica, cioè si raffina o si purifica una sostanza: r. dell’alcol, della benzina; per la r. degli olî e dei grassi è più proprio il termine raffinazione (v.).