remissione
remissióne s. f. [dal lat. remissio -onis, der. di remittĕre «rimettere», part. pass. remissus]. – 1. a. L’azione e il fatto di rimettere, cioè di condonare e di rinunciare a punire o comunque a perseguire, colpe, peccati, mancanze: r. di un’offesa; un’inutile e profonda compunzione del male a cui la r. degli uomini non poteva riparare (Manzoni); che Dio vi conceda la r. delle vostre colpe. In partic., nella teologia cattolica, r. del peccato o dei peccati, conseguibile per l’infusione della grazia santificante attraverso il sacramento della penitenza; in diritto privato, r. del debito, estinzione dell’obbligazione, che si verifica quando il creditore rinuncia alla sua pretesa: può essere esplicita o tacita (per es., quando il creditore restituisca al debitore il titolo originario del debito), e rinunciabile da parte del debitore, che può dichiarare – per ragioni di prestigio o di correttezza – di voler comunque adempiere all’obbligazione; in diritto penale, r. di querela, revoca della querela da parte del querelante: se è accettata dal querelato, estingue il reato. b. fig. Rimedio, scampo: è un male senza r.; non c’è r. per lui, ormai è spacciato; e scherz.: non speri r.: le leggerò tutto il mio scritto; non ci fu r., dovetti mangiare tutto. 2. ant. Esecuzione di un pagamento, rimessa, versamento. 3. non com. Il rimettersi all’altrui volontà: mi sorprese la sua completa r. al volere paterno; mi affido a te con piena e libera remissione. 4. non com. Il fatto di rimetterci, in qualche affare, perdendoci o scapitando: in questa faccenda la r. è stata tutta mia; dove non c’è guadagno la r. è certa. 5. Conformemente al sign. che ha il lat. remittĕre nell’uso intr., «cessare, decrescere, venire meno», remissione si usa in medicina, con riferimento a un processo morboso, per indicare che la sintomatologia caratteristica, o anche un solo sintomo, non è più evidente, pur non essendo ancora superato il processo: r. dei sintomi; r. della febbre.