propaggine
propàggine (ant. propàgine) s. f. [dal lat. propago -gĭnis, der. di propages, suo sinon., che ha la stessa formazione di propagare (v. propagare)]. – 1. In agraria, il ramo che viene piegato e interrato per la propagginazione di una pianta. Si usa anche come sinon. di propagginazione, spec. in frasi come fare le p., propagare, moltiplicare, riprodursi per p., e sim. 2. fig. a. letter. Derivazione, diramazione, discendenza: le ultime p. di una famiglia, di un’antica popolazione; anche, più spesso, in senso spaziale: le estreme p. degli Arabi in Occidente; una dinastia regnante che aveva le sue p. in quasi tutta l’Europa. b. Nel linguaggio medico, diramazione: le p. di un nervo, di un vaso sanguifero. c. Con riferimento ai rilievi montuosi, contrafforte, continuazione: le p. di una montagna; il rilievo settentrionale della Sicilia si può considerare una p. dell’Appennino Calabro. d. Con sign. più astratto: distruggere il male, il vizio fin nelle sue propaggini.