perdono
perdóno s. m. [der. di perdonare]. – 1. a. L’atto di perdonare, il fatto di esser perdonato: chiedere, domandare p.; implorare, impetrare, ottenere il p.; dare, concedere, rifiutare il p.; ti chiedo p. del male che ti ho fatto; essere degno del p., meritevole di perdono; sono misfatti che non meritano il p.; la miglior vendetta è il p. (prov.); si degni di farmi portare un pane, perché io possa dire d’aver goduto la sua carità, d’aver mangiato il suo pane, e avuto un segno del suo p. (Manzoni; e pane del p. viene poi chiamato nel romanzo questo pane, che il padre Cristoforo tiene sempre con sé). b. Condono della pena da infliggere al colpevole, soprattutto in espressioni giuridiche: p. giudiziale, particolare beneficio che produce l’estinzione di reati di lieve entità, previsto dalla legge in determinati casi per i colpevoli di età inferiore ad anni 18, che il tribunale dei minorenni può concedere se presume che il colpevole si asterrà dal commettere ulteriori reati; legge del p., espressione con cui fu chiamato talvolta l’istituto giuridico della sospensione condizionale della pena, o condanna condizionale, o assol. condizionale s. f. (v.). c. In senso religioso, remissione dei peccati concessa da Dio: pregare per il p. dei proprî peccati; espiare le colpe commesse per ottenere il p. divino. d. Con riferimento al sign. precedente, indulgenza concessa dalla Chiesa a chi si reca in un luogo determinato: il p. di Assisi, l’indulgenza plenaria (detta anche Indulgenza della Porziuncola) che si acquista con la visita della Porziuncola, l’antica chiesetta custodita oggi, nella sua forma originale, in mezzo alla crociera della basilica di S. Maria degli Angeli, ad Assisi; anticam. si chiamò così il luogo stesso (chiesa, santuario, cappella, ecc.) cui era connessa l’indulgenza: Così li ciechi a cui la roba falla, Stanno a’ perdoni a chieder lor bisogna (Dante). 2. Per estens., con riferimento a colpe non gravi: chieggio di nuovo p. del mio troppo libero parlare (Redi); nell’uso com., come espressione di cortesia, con sign. equivalente a scusi, scusate (anche come inciso, per influsso del fr. pardon): domando p. se vi interrompo; p., posso entrare un momento solo?