pazzo
agg. e s. m. (f. -a) [forse alteraz. del lat. patiens «paziente, che patisce» (v. paziente)]. – 1. agg. e s. m. a. Malato di mente; è, come pazzia, termine generico e non tecnico, e ha come sinon. (molto più com.) matto, con cui in alcune frasi e locuz. si può scambiare, mentre in altre è preferita o l’una o l’altra parola: essere, diventare (merid. uscire) p.; p. furioso, p. da legare, p. da catena; è una povera p.; un vecchio p.; ma che, sei p.?, a chi fa stranezze, o agisce avventatamente, o mostra comunque poco senno in ciò che fa o dice. In similitudini: rideva, si agitava, urlava come un p.; occhi, sguardo, espressione da p.; ma questi sono discorsi da p.; cose da pazzi!, esclam. di stupore sdegnoso di fronte a cose che sembrano insensate, assurde o anche degne di riprovazione. b. Per estens., di chi è o sembra fuori di sé: diventare p. per il dolore, per la disperazione; anche riferito all’espressione: fissando sul fratello gli occhi p. di terrore e d’angoscia (Verga). In partic., di persona stravagante, bizzarra, non perfettamente equilibrata, o anche soltanto spensierata, amante dell’allegria e degli scherzi: p. che sei!; è sempre stata un po’ pazza; prov., ne sa più un p. a casa sua che un savio a casa d’altri. Come rafforzativo: essere innamorato pazzo. Iperb., essere, andare p. per qualcuno, per qualche cosa, esserne invaghito, sentirne grande attrazione o desiderio: è p. per quella donna; va p. per la musica, per il ballo. 2. agg. Riferito a cosa: a. Degno di un pazzo (di solito con valore estens.): ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato p. coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini (Alda Merini); fare discorsi p., stravaganti, poco savî; correre a una velocità p., eccessiva e pericolosa; fare spese p., non solo eccessive ma anche, in più casi, inutili, superflue: un lusso smoderato e pazzo (Genovesi); darsi alla p. gioia, abbandonarsi a un godimento sfrenato, a manifestazioni di spensierata allegria (l’espressione contiene spesso una nota di biasimo per la poca assennatezza o moralità di tali manifestazioni, o per la loro inopportunità). b. Riferito alle condizioni atmosferiche, capriccioso, incostante, mutevole: che tempo p.!; questa è un’estate veramente pazza. c. non com. Acqua p., brodo troppo lungo, o anche vino o latte annacquato. ◆ Dim. pazzerèllo (o pazzarèllo), da cui pazzerellino e pazzerellóne: v. pazzerello. ◆ Avv. pazzaménte, in modo degno di un pazzo: rischiare pazzamente la vita; correre, urlare pazzamente; per estens., grandemente, enormemente, in sommo grado: divertirsi pazzamente; amare pazzamente; essere pazzamente innamorato.