pappagallo
s. m. [rifacimento, secondo gallo3, del gr. biz. παπαγᾶς adattam. dell’arabo babaghā]. – 1. Nome comune degli uccelli dell’ordine psittaciformi, che vivono sugli alberi delle foreste tropicali di tutto il mondo eccetto l’Europa: facilmente addomesticabili, sono caratterizzati dai bellissimi colori delle penne e dalla capacità di imparare a ripetere, con la loro particolare voce, parole, frasi e melodie (per il p. di palude o parrocchetto terragnolo, v. parrocchetto). Con riferimento a quest’ultima loro caratteristica, sono frequenti nell’uso com. le frasi dire, ripetere a pappagallo, imparare la lezione a pappagallo, e sim., meccanicamente e senza aver capito ciò che si dice; e fig., spreg., riferito alla persona stessa: non fare il p.!; è proprio un pappagallo. In medicina, febbre da pappagalli, sinon. di psittacosi. 2. Per estens., dall’uso fig. precedente, p. della strada, o assol. pappagallo, individuo che, in modo insistente e scorretto, molesta le donne per la strada rivolgendo loro frasi o gesti, complimenti o proposte spesso volgari. 3. Recipiente di materiale sterilizzabile (in passato ceramica, vetro e ferro smaltato, oggi soprattutto acciaio o plastica), munito di imboccatura ampia e a gomito in modo che i malati maschi vi possano orinare stando a letto. 4. Nome dato popolarmente a un tipo di chiave giratubi, per la sua somiglianza con la testa e il becco di un pappagallo. 5. Pappagallo, o pesce p., nome di varî pesci, dai vivaci colori, delle famiglie labridi e scaridi. 6. In floricoltura, tulipano p., varietà di tulipani coltivati, con fiori molto grandi e tepali frangiati e più o meno increspati, di colore giallo, aranciato, rosso, o screziati di questi colori, che ricordano la cresta di alcuni pappagalli. ◆ Dim. pappagallino, pappagallétto (soprattutto per designare le specie più piccole; per il pappagallino ondulato, o parrocchetto canoro, v. parrocchetto); accr. pappagallóne (anche fig., riferito a persona); pegg. pappagallàccio (in senso proprio e fig.). TAV.