blursday (Blursday) s. m. inv. Perdita del senso del tempo, consistente in una squilibrata percezione del flusso e delle normali scansioni temporali. ◆ Quest'anno, invece, [i ricercatori e lessicografi dell'Oxford English Dictionary] si sono trovati in difficoltà, tanto da ammettere che hanno dovuto scegliere più parole per descrivere tutti gli eventi che hanno caratterizzato questo 2020. Partendo da una terminologia più scientifica, dovuta all'arrivo della pandemia che ha introdotto delle nuove parole all'interno del nostro vocabolario (come "lockdown", "mascherina" e "distanziamento sociale") fino a giungere a un lessico più informatico dovuto allo smart-working (come "remoto" e "mute e unmute") o addirittura definire con la parola "blursday" un giorno della settimana che non distinguiamo da quelli precedenti. (Rebecca Riitano, Granchio.it, 28 novembre 2020, In evidenza) • Tra i neologismi inglesi associati al distanziamento sociale dovuto al Covid c’è anche Blursday, una parola che mi piace molto. Blursday è il nome per un giorno vago che comunica la difficoltà di ricordarsi a che punto della settimana si è arrivati, come capita a chi durante la pandemia sta a casa e non ha molte distrazioni. Le giornate sono così simili l’una all’altra che a volte si fa confusione: oggi è mercoledì o giovedì? Si perde il senso del tempo e se ne ha una percezione indistinta, come se fosse un’immagine sfuocata (blur). A me purtroppo succede e trovo Blursday così efficace che vorrei una parola italiana equivalente per poterla aggiungere al mio idioletto. (Licia Corbolante, Terminologiaetc.it, 4 febbraio 2021) • Altri termini riguardano i cambiamenti materiali nella nostra vita quotidiana, da “Blursday” (un giorno non specificato a causa dell’effetto disorientante sul tempo del lockdown), allo “zoombombing” (dirottamento di una videochiamata Zoom) e “quaranteam” (team online creati durante il blocco) stanno aiutando le persone ad affrontare le mutevoli circostanze lavorative. (Antonio Fundarò, Orizzonte Scuola.it, 26 settembre 2021, Didattica) • È successo a molte persone, nelle fasi peggiori della pandemia, di smarrire il senso del tempo. Le ore erano uguali, i giorni si confondevano tra loro in un flusso continuo di momenti indistinti e cattive notizie. Un fenomeno che gli anglosassoni hanno definito come Blursday, oppure Noneday: la settimana, con la sua alternanza di lavoro e riposo, sembrava non avere più senso. E tutto sommato, secondo David Henkin, professore di storia a Berkeley e autore di “The Week: A History of the Unnatural Rhtyhms That Made Us Who We Are” (Yale University Press), non dovrebbe stupire: di tutti i modi inventati dall’uomo per suddividere e misurare il tempo, la settimana è quella più artificiale. (Dario Ronzoni, Linkiesta.it, 24 novembre 2021, Cultura) • I giorni hanno iniziato a confondersi fra di loro. Poi le settimane. Ora gli anni. "Mi sento come se due anni fossero svaniti via". "Come può mio figlio essere già alle elementari se aveva appena iniziato la materna?". Se anche voi vi riconoscete in questi pensieri, vuol dire che state sperimentando il blursday, una sgradita eredità del Covid. Questo neologismo inglese, che letteralmente significa "giorno sfocato", è stato creato per descrivere lo spaesamento causato dal lockdown: quella sensazione di non ricordarsi a che punto della settimana si è arrivati, del tempo che si disintegra proprio come le nostre routine quotidiane interrotte bruscamente dalle restrizioni. (Noemi Penna, Repubblica.it, 14 settembre 2022, Salute).
Voce ingl. (propriamente ‘giorno della sfocatura’).
Blursday è anche il titolo di un film del 2021 (regia di Sergio Guerrero) che racconta «una storia unica e profonda sulla perdita, l'amore e la gravidanza durante il lockdown» (imbd.com)