mollare1
mollare1 v. tr. e intr. [der. dell’agg. molle] (io mòllo, ecc.). – 1. tr. a. Allentare, lasciar andare o far scorrere lentamente, una fune, un cavo, una catena e sim., cessando di tirare, liberando dalle ritenute, sciogliendo una legatura. È soprattutto termine del linguaggio marin., usato nelle locuz. seguenti: m. in bando (o imbando) un cavo, allentarlo, farlo scorrere liberamente (in senso fig.: m. in bando un lavoro, abbandonarlo, non portarlo a termine; ha mollato in bando ogni cosa, ha smesso di occuparsene, non ne ha voluto più sapere, e sim.); m. l’ancora, affondarla; m. gli ormeggi, sciogliere i cavi e recuperare le ancore che ormeggiano la nave; m. le vele, sciogliere i cavi (matafioni e gerli) che serrano le vele, in modo che esse si aprano al vento. Per estens.: m. la boa, sciogliere il cavo o la catena che tengono ormeggiata l’imbarcazione alla boa; m. il rimorchio, effettuare la manovra per abbandonare il galleggiante rimorchiato. Nell’imperativo: molla!, ordine di mollare (un cavo, ecc.), a cui si contrappone l’ordine tira! (o in qualche caso serra!), donde l’espressione tira e molla, per lo più in senso fig., anche nella forma unita tiremmolla (v.), usata in genere come sostantivo. b. estens. Lasciar andare, sciogliere, liberare: m. la presa; m. l’avversario (nella lotta); m. il prigioniero; lasciar perdere: m. il lavoro, la famiglia; ha mollato tutto e se n’è andato; anche, in senso fig. e nel linguaggio fam., abbandonare, piantare (come intr. pron. mollarsi): m. la moglie, il fidanzato; è stato mollato dalla sua ragazza; si sono mollati dopo neanche un anno di matrimonio. c. In usi region. e fam., lasciar andare, assestare, appioppare: gli mollò un potente ceffone; con sign. più generico, dare, regalare: ho mollato dieci euro all’usciere e mi ha fatto subito entrare. 2. intr. (aus. avere) Desistere da un’azione o da un proposito, cedere, soprattutto in proposizioni negative: è un uomo tenace, e non molla finché non ha raggiunto lo scopo; un avversario che non molla; non mollò mai che [= finché] egli divenne amico di Buffalmacco (Boccaccio). In partic., ritirarsi da un’azione intrapresa, spec. in campo morale, per le difficoltà che presenta: bisogna tener duro e non mollare. Nell’uso fam., smettere il rigore, l’intransigenza, lasciarsi andare a qualche concessione: ha resistito finché ha potuto, ma poi ha finito per m.; cercano di tenere alti i prezzi, ma la concorrenza è così forte che alla fine dovranno mollare; anche col sign. generico di smettere: una volta che comincia a chiacchierare, non molla più; fam., molla!, smettila, piantala, falla finita, e sim.