miraggio
miràggio s. m. [dal fr. mirage, der. di mirer «mirare»]. – 1. Fenomeno ottico atmosferico dovuto alla deviazione che subiscono i raggi luminosi a causa delle rifrazioni e delle riflessioni cui sono soggetti quando attraversano strati d’aria contigui caratterizzati da temperatura e densità diverse, e quindi da diverso indice di rifrazione: nel m. inferiore, la visione degli oggetti lontani è accompagnata da quella della loro immagine speculare posta inferiormente, come se l’oggetto fosse riflesso da uno specchio d’acqua; nel m. superiore, che si verifica soprattutto in mare, l’immagine dell’oggetto appare, diritta o rovesciata, al di sopra di esso (ed è quindi visibile anche quando l’oggetto si trova poco al di sotto dell’orizzonte). 2. estens. a. Apparizione di oggetti inesistenti, per un’illusione ottica dovuta o a particolari condizioni atmosferiche o a stati di allucinazione, di malessere fisico, di turbamento psicologico: il m. di un’oasi del deserto, di un’isola in mezzo all’oceano. b. letter. Immagine o visione sfumata, dai contorni indefiniti: lo sguardo andava lontano, ... fino all’orizzonte traslucido su cui pareva disegnarsi il m. d’una città (Piovene); là fuori i falsi Messia hanno buon gioco, trascinando seguaci abbagliati da miraggi di salvezza su strade che essi non sono in grado di percorrere e avviandoli così alla distruzione (Claudio Magris). 3. fig. Speranza illusoria, promessa allettatrice e ingannevole, sogno irrealizzabile, utopia: essere attratto dal m. della gloria, degli onori; allettare col m. di facili guadagni; il m. della felicità terrena; il m. della pace e della fratellanza universale.