mese
mése s. m. [lat. mēnsis, continuazione di una voce indoeuropea che significava «mese» e «luna»; cfr. il gr. μήν μηνός «mese» e μήνη «luna»]. – 1. a. Ciascuno dei dodici periodi, di durata ineguale (da 28 a 31 giorni), in cui nel calendario gregoriano è convenzionalmente suddiviso l’anno civile, distinti con proprî nomi (gennaio, febbraio, marzo, ecc.) e costituenti una unità di misura del tempo basata sulla durata di una lunazione, ma nella realtà non esattamente corrispondente; a seconda dei varî modi di computare la rivoluzione della Luna si hanno il m. sinodico, siderale, draconico, anomalistico (v. alle rispettive voci); agli effetti civili il mese è considerato sempre di 30 giorni (m. commerciale). Partizioni simili dell’anno, sempre basate sul periodo della rivoluzione della Luna intorno alla Terra, ma con criterî differenti, sono stati e sono in uso in calendarî diversi da quello gregoriano. Locuz.: il m. di giugno, nel m. di novembre; il primo, l’ultimo m. dell’anno; il m. corrente o il corrente m. (abbreviato comunem., nelle scritture commerciali, in c. m.); il m. scorso o passato; il m. prossimo o venturo o entrante; all’inizio o ai primi (sottintendendo giorni) del m., alla metà, alla fine o agli ultimi del m.; agli 8, ai 12 del m.; quanti ne abbiamo oggi del m.?; pagare m. per m., ogni m., un tanto al m. (o il m.); rinviare di m. in mese; non arrivare alla fine del m., spendere l’intero stipendio prima di aver riscosso il successivo (pagato, in genere, nell’ultima settimana del mese). Prov.: tutti i m. non son di trentuno, le cose non vanno sempre allo stesso modo, non sempre riescono bene. Con riferimento agli avvenimenti, alle manifestazioni, alle occupazioni, ai prodotti della terra e sim. che caratterizzano i varî mesi (con notevoli approssimazioni per quanto riguarda la loro durata): il m. della semina, della vendemmia, della mietitura; il m. dei fichi, delle ciliegie, delle castagne; il m. dei fiori, il mese di maggio (scherz. detto anche il m. degli asini, perché è l’epoca in cui essi vanno in amore); il m. di Maria, o m. mariano (v. mariano1), il mese di maggio, perché dedicato alla Madonna. b. Spazio di tempo di 30 giorni (o, in qualche caso, di circa 30 giorni), il cui inizio può o no coincidere con quello dei mesi del calendario: staremo via un m. intero; si è preso due m. di vacanza; la preparazione dell’esame mi ha richiesto due m. di tempo; il corso dura quattro m.; fare un contratto di (o per) sei m.; è stato assunto in prova per tre m.; chiedere un m. di aspettativa, di congedo; un m. di bel tempo, di piogge continue; non abbiamo sue notizie da varî m.; mio figlio ha compiuto ieri sei mesi. Con senso più generico, per mesi e mesi (anche per mesi e anni), per lunghissimo tempo: lo attese per mesi e mesi. c. Usato assol., e accompagnato da una precisazione numerica, indica lo stadio della gestazione: essere al quarto, al quinto m.; è già entrata nel nono m.; specificando, è al sesto m. di gravidanza, oppure è incinta di sei m.; analogam., è nato di sette m., cioè dopo sette mesi di gestazione. 2. Paga, salario, stipendio di un mese: riscuotere il m.; ha tre m. doppî all’anno. Oppure l’affitto, il canone di un mese: il padrone di casa vuole tre m. anticipati. 3. Nell’uso pop., per lo più al plur., le mestruazioni: ha cominciato ad avere i m.; non ha più i mesi. ◆ Dim. mesétto, accr. mesóne (per indicare un mese scarso o, rispettivam., qualche giorno in più di un mese esatto, oppure con sfumature tonali: starò via solo un mesetto; mi voglio fare un bel mesone di vacanza); pegg. mesàccio, un mese di cattivo tempo, o brutto per avvenimenti poco graditi, o faticoso per il molto lavoro e sim.