mercatismo
s. m. Tendenza economica e politica a conformarsi totalmente alle logiche liberiste del mercato, senza adottare alcuna contromisura protezionistica. ◆ Tra i pathos dei comunisti nostalgici (quelli che sognavano i paradisi di Mao) e i sedotti del mercatismo liberista, la sinistra è alla ricerca della sua anima. (Giorgio Ruffolo, Repubblica, 11 luglio 1999, p. 1, Prima pagina) • «No, non hanno fatto riforme strutturali, ma l’una tantum da 120 mila miliardi. Per la verità una cosa il centrosinistra ha fatto: è stato il campione del mercatismo mondialista. È stato artefice e vittima del mito del mercato perfetto, dell’ideologia che ha prodotto un sistema rubalavoro, la novità storica dell’ultimo quinquennio» [Giulio Tremonti intervistato da Aldo Cazzullo]. (Corriere della sera, 16 febbraio 2005, p. 8, Politica) • Non è solo di fronte all’immigrazione che prende forma il ruolo dello Stato, lo è anche nei confronti della speculazione finanziaria internazionale, su una libertà del capitale che finisce per avere esiti sull’economia reale tali da creare l’ingovernabilità dei popoli più poveri, assediati dalla speculazione sul petrolio e sull’agricoltura. Non sarà solo Giulio Tremonti a usare la parola «mercatismo», un neologismo, che pure ha la sua efficacia perché mette in discussione il concetto che il mercato sia benefico in ogni condizione anche quando i rapporti di forza sono così diversi da generare intrinsecamente violenza. (Gianni Baget Bozzo, Secolo XIX, 10 giugno 2008, p. 19, Commenti & Opinioni).
Derivato dal s. m. mercato con l’aggiunta del suffisso -ismo.