margine
màrgine s. m. (ant. f.) [lat. margo -gĭnis, m. e f.]. – 1. a. La parte estrema ai due lati, o tutto intorno, di una superficie qualsiasi: i m. della vallata, della foresta, di un lago; arrivare fino ai m. dell’abitato; camminare sul m. della strada; il m. superiore, inferiore della piazza; il m. sinistro, destro dello schermo; ripiegare i quattro m. di un foglio; il m. o i m. di una foglia (e foglia con m. dentellati, seghettati, ecc.). Anche orlo, bordo: sporgersi sul m. della rupe, del precipizio; sedere sul m. della riva, di un fosso; accostare, unire, cucire i m. di una ferita (cfr. rimarginare, e v. anche, più avanti, il n. 3). b. In partic., ciascuno dei quattro spazî bianchi che delimitano al suo contorno una pagina scritta o stampata: scrivere lasciando un po’ di margine; m. larghi, stretti; analogam., i m. bianchi di una fotografia, di un’incisione. In tipografia, ognuno degli spazî bianchi che limitano tutt’intorno la superficie occupata dal testo stampato; si distinguono il m. di testa (o superiore), il m. di piede (o inferiore), il m. di cucitura (o di dorso, o di costola, o interno) e il m. di taglio (o davanti, o esterno); è detto falso m. il margine di una carta (in genere quello di taglio) che prima della rifilatura del volume rimane più corto rispetto agli altri. Nell’uso com., s’intendono per margini soprattutto i due laterali della pagina, e talvolta anche soltanto quello esterno: fissare i m. del foglio, nella macchina per scrivere; fare, segnare una nota in margine; manoscritto con m. pieni di postille. c. Con sign. più tecnico, in tipografia, lingotto, steccone, o blocco (di piombo, di legno impregnato, e più spesso di leghe leggere, oggi in genere lega di alluminio), usato per costituire i margini delle pagine, o anche per colmare grandi spazî privi di elementi stampanti, sia nelle pagine di composizione sia nelle forme di stampa. 2. fig. a. In locuz. particolari: al m., e più spesso ai m. di ..., al limite, in una posizione di confine, in una situazione che non è più o non è ancora quella di riferimento: la cultura italiana moderna crebbe ai m. della cultura europea (Alvaro); vivere ai m. della società, o della vita sociale, detto soprattutto di individui o gruppi che campano di espedienti, privi di un mestiere o di un’attività regolare, oppure di persone che vivono in uno stato di emarginazione; meno com., ai m. della coscienza, ai m. del sogno, a proposito di fatti psichici di cui non si abbia piena coscienza. Con altro sign., in margine a ..., in merito, con riguardo a qualche cosa, ma relativamente ad aspetti secondarî, in modo non diretto, come aggiunta accessoria, e sim.: dovrei fare alcune considerazioni in m. alla conferenza che abbiamo ascoltato. b. Quantità di tempo, di spazio, di denaro, e di altri valori, superiore a quanto sarebbe strettamente necessario, e quindi tale da costituire una garanzia nell’eventualità di difficoltà impreviste; più genericam., tutto quanto si può considerare in più rispetto a un limite preso come termine di riferimento: lasciare un m. di libertà, concedere un m. di autonomia; fare il preventivo di spesa con un certo m.; assicurarsi larghi m. di profitto, prevedere un ampio m. di guadagno per tutti i soci; ha vinto la gara con largo m. (di vantaggio); diminuire, aumentare il m. di rischio; gli elettori di buon senso capiscono subito che ci vuole un certo m. di voti per governare (Einaudi); anche in espressioni usuali: per decidere, ho bisogno di un m. di riflessione; per darti la risposta definitiva mi occorre un certo m. di tempo; la data della consegna è fissata per la fine del mese, ma spero che ci sia un piccolo m. di tolleranza; i calcoli sono molto accurati, per cui il m. di errore è minimo. In partic., m. di sicurezza, nella scienza delle costruzioni, la differenza tra il valore teorico massimo del carico che una struttura può sopportare e il valore normale di lavoro. c. Nel linguaggio delle assicurazioni, sinon. di caricamento (v.), nel premio di assicurazione sulla vita. M. di garanzia, il deposito supplementare in denaro o in titoli che gli operatori a termine in merci o in valori mobiliari sono chiamati a effettuare in caso di variazioni sfavorevoli di prezzo, per integrare il deposito di garanzia costituito a copertura del rischio d’inadempienza delle obbligazioni assunte verso il mercato a termine. Anticam. il termine fu usato anche nel sign. generico di tributo addizionale. d. Nel linguaggio politico, sindacale, e sim., possibilità di azione, di movimento, di attuazione, probabilità di riuscita: ci sono dei buoni m. per giungere a un accordo; abbiamo iniziato le trattative con qualche m. di buon esito. 3. ant. (sempre s. f.) Cicatrice, segno di una ferita rimarginata: si ricordò lei dovere avere una m. a guisa d’una crocetta sovra l’orecchia sinistra (Boccaccio); [Ulisse] Si girò per timor, non Euriclea Scorgesse, brancicandolo, l’antica Margine ch’ei portava in su la coscia (Pindemonte); facevan vedere i lividi e le m. de’ colpi ricevuti (Manzoni). ◆ Dim. marginétto.