lasca
s. f. [dal longob. aska «temolo» (ted. mod. Äsche), con agglutinazione dell’articolo; fu prob. chiamato così per il colore cenerognolo della pelle (ted. Asche «cenere»)]. – 1. Nome di diverse specie di pesci d’acqua dolce della famiglia ciprinidi, poco apprezzati come alimento: oltre alla comune lasca (Chondrostoma toxostoma), indica a Roma e in alcune località del Lazio il triotto (Rutilus rutilus), nel lago di Bracciano la scardola (Scardinius erythrophthalmus), in Toscana il cavedano o cefalo d’acqua dolce (Leuciscus cephalus cabeda). 2. ant. o pop. Pesce in genere, non meglio specificato (l’estensione di sign. era favorita dall’essere le lasche i più comuni tra i pesci d’acqua dolce); quindi, nell’uso com., sano come una l., di persona sanissima. In Dante, fig., la costellazione dei Pesci: quando casca Giù la gran luce mischiata con quella Che raggia dietro a la celeste l. (Purg. XXXII, 52-54). ◆ Dim. laschétta.