ipergarantito
(iper garantito), p. pass. e s. m. e agg. Chi o che è eccessivamente garantito nei propri diritti. ◆ «L’unico vincolo che viene abolito è quell’obbligo di reintegro che rende meno “adulto” il rapporto di lavoro ed è un privilegio che riguarda solo la casta ipergarantita e sempre più ristretta di dipendenti a tempo indeterminato» [Giuliano Cazzola]. (Foglio, 16 maggio 2000, p. 3) • [Silvio] Berlusconi ha spiegato a [Gerhard] Schroeder che il suo principale obiettivo, a questo punto, è far emergere il cosiddetto sommerso, così da incamerare per questa via maggiori entrate. Però il sommerso non verrà mai fuori, ha insistito il premier, finché chi emerge è sottoposto alle rigidità e ai costi dell’attuale sistema. Il risultato? «Un mercato del lavoro dove ci sono gli ipergarantiti e gli iperprotetti, mentre altri purtroppo sono molto meno garantiti e niente affatto protetti». (Stampa, 9 marzo 2002, p. 6, Economia) • È la generazione […] che si è scoperta, dopo la caduta del Muro di Berlino, liberale quasi per necessità, […] Quelli che per anni hanno cercato una via d’uscita alla doppia repubblica del lavoro, da una parte gli iper garantiti che hanno tutto, dall’altra i precari che non hanno nulla. (Vittorio Macioce, Giornale, 9 maggio 2008, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal p. pass. e agg. garantito con l’aggiunta del prefisso iper-.
Già attestato nella Repubblica del 2 giugno 1990, p. 40, Economia.