idea. Finestra di approfondimento
Idee e pensieri - Più termini fanno capo al generale concetto di «risultato di un’attività mentale ». Tra questi, i. è quello dall’area semantica più estesa, con usi che vanno dal formale o tecnico (terminologia filosofica: il mondo delle idee di Platone), al fam. (s’è messo in testa strane i.). Pensiero è un termine apparentemente molto vicino a i., ma può essere considerato suo sinon. soltanto in un numero ridotto di contesti, mentre il più delle volte ha sign. o più generali o più specifici. Per es., quando si parla del pensiero di un autore ci si riferisce, genericam., al complesso delle sue idee, mentre, se si vuole intendere uno solo degli elementi di questo complesso, sarà più appropriato i., preferibilmente seguito da un compl. di specificazione: l’idea della giovinezza in Leopardi. Al plur., poi, la differenza tra i due termini è massima, giacché con pensieri si designano spesso le preoccupazioni, mentre con idee si indicano propriam. dei frutti della riflessione, delle intuizioni e sim.: da quando si è separato da sua moglie ha la testa piena di pensieri; ho la testa piena di i., se solo mi permettessero di esprimerle. Inoltre, pensiero indica spesso un coinvolgimento più attivo della mente, laddove i. sembra appropriato a speculazioni più astratte: un pensiero, o meglio un pensierino («pensiero motivato da interesse»), si fa (ho fatto un pensierino alla tua proposta di vendermi la casa), mentre un’idea, spesso, nasce o viene (ma come ti nascono certe i.?; m’è venuta un’i. geniale). Il dim. pensierino ha anche il sign. di «regalo», nell’uso fam.: ho un pensierino per te.
Idee e concetti - Talora, tuttavia, pensiero o concetto possono sostituirsi a i., quando ci si riferisce molto letteralmente (e spesso quasi metalinguisticamente) all’attività del pensare: non riesco ad articolare compiutamente i miei pensieri; questo concetto mi è oscuro; ora proverò ad esporvi la mia i. (o le mie i.). Concetto è peraltro, dei tre termini, quello dall’uso più ristretto, e appropriato soprattutto qualora si parli di pensieri o idee ben delineati: il concetto di «passaggio» è espresso in italiano da numerosi termini. In quest’ultimo sign., è disponibile anche il sinon. nozione, appropriato a concetti per lo più astratti o a una conoscenza approssimativa: non s’addormentò, ma cadde in uno stato singolare d’abbattimento che gli tolse la nozione del tempo e del luogo (I. Svevo); non ha la benché minima nozione di geografia. Un insieme di idee legate al modo di intendere qualcosa viene detto concezione, termine legato per lo più a idee estremamente generali su grandi temi quali la vita, l’amore, la morte, l’umanità e sim.: ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell’Universo, con tutte le nostre belle scoperte e invenzioni (L. Pirandello). I sinon. possono essere, oltre a i.,concetto e visione: in questi versi appare tutta la visione del mondo dell’autore. Più riduttivi (in quanto vincolati ad idee soggettive) e meno formali sono opinione e punto di vista: il mio punto di vista è opposto al tuo. Talvolta analogo a concezione o a punto di vista è ideologia: l’ideologia giacobina ha goduto di larghi consensi all’indomani della Rivoluzione francese. Il più delle volte, però, ad ideologia si attribuisce il valore più specifico di «insieme di idee, finalità e sim., spec. politiche, che condizionano le azioni e le decisioni di un partito, di un gruppo sociale e sim.», con i sinon. concezione,credo,dottrina,pensiero,teoria: ogni partito sviluppa una ideologia o teoria, o piuttosto pseudoteoria, che gli serve non ad altro fine che a suscitare la parvenza di avere a sé alleate la Verità, la Ragione, la Filosofia, la Scienza e la Storia (B. Croce). Anche ideale può talora essere (per lo più al plur.) sinon. di i. o di ideologia: non puoi chiedermi di rinunciare ai miei ideali. Altre volte significa invece (per lo più al sing.) «modello di vita cui attenersi», con i sinon. esempio,modello,prototipo: vivere tra’ godimenti di amore, con l’animo lontano da ogni cupidigia di onori e di ricchezze, questo è l’ideale della vita privata, nella quale la parte seria e prosaica è rappresentata dal mercante (F. De Sanctis).
Idee e intuizioni - Quando un’idea è molto buona, aiuta a risolvere dei problemi e sembra nata all’improvviso si parla anche di illuminazione e, più fam., di pensata o trovata: folgorato da un’illuminazione, tornò indietro appena in tempo per cogliere l’assassino in flagrante; hai avuto proprio una bella trovata. Se l’idea scaturisce quasi miracolosamente, a rivelarci qualcosa di oscuro fino a un momento prima, si parla anche di lampo: Luisa ebbe un lampo di sospetto e si fermò di colpo (A. Fogazzaro). Intuizione è appropriato per idee appena abbozzate e formulate sulla base di pochi indizi (Franco aveva rapida e sicura l’intuizione del pensiero altrui [A. Fogazzaro]), mentre, all’opposto, deduzione è un’idea, o una serie di idee, costruita passo dopo passo su elementi preesistenti: le numerose testimonianze lo condussero a quella deduzione. Spunto è invece un’idea iniziale, interessante, che si presta a essere sviluppata in idee più complesse e articolate: da un articolo brevissimo letto di sfuggita ha tratto lo spunto per il suo lungo saggio.
Idee e opinioni - I. e concetto sono spesso usati, solo al sing., nel senso di «convincimento riguardo a persona o cosa» (mio padre s’è fatto un cattivo concetto dei miei amici; hai un’idea sbagliata di tuo cugino), con i sinon. giudizio,opinione,parere: prova a rivedere il tuo giudizio su di lui. Soprattutto al plur., nel senso di «atteggiamento mentale riguardo a fatti, cose, persone e sim.», i. può essere sinon. di convinzione (o, lett., convincimento), opinione,parere,punto di vista: non è sempre facile capire le sue i.; tu dunque vuoi tutti sottomessi alle tue opinioni? (C. Goldoni). Rispetto a i., gli altri termini accentuano la soggettività e la specificità di ciò in cui si crede: questa è solo la mia opinione e non pretendo di convincerti.
Espressioni - Molto frequenti, nel parlato colloquiale, sono alcune espressioni con i.: non avere (la minima) i. (sinon. di non sapere: non ho i. di chi sia il vincitore); neanche per i. (nelle risposte: «Mi dai una mano?» «Neanche per i.»; sinon. assolutamente no,mai,neanche per sogno e i fam. puoi scordartelo, scordatelo). Oppure la semplice esclam. i.!, equivalente a «mi è venuta una bellissima idea» su come risolvere un problema e sim.