gloria2
glòria2 s. m., invar. – 1. Forma abbreviata per indicare la preghiera del Gloria Patri (v. gloriapatri): recitare un g.; dire tre pater, ave e g.; prov., tutti i salmi finiscono in g., per significare che la conclusione di certe faccende è sempre la stessa (o anche a proposito di chi ricade sempre a parlare di un medesimo argomento); non tutti i salmi finiscono in g., non tutte le imprese riescono a buon fine; alla fine del salmo si canta il g., conviene attendere l’esito di una cosa prima di rallegrarsene o di giudicare. 2. Inno liturgico, detto anche inno angelico o dossologia maggiore, che si recita o canta nella prima parte della messa e comincia con le parole Gloria in excelsis Deo (nella liturgia tradotta in italiano, «Gloria a Dio nell’alto dei cieli»): cantare, intonare il g.; la messa era al g.; dall’uso di accompagnare l’inizio del canto di quest’inno con il suono delle campane nella messa del sabato santo (oggi nella veglia pasquale) per annunziare festosamente la resurrezione di Gesù, la locuz. suonare a gloria (le campane), suonare a festa, e fig. rallegrarsi, mostrare viva gioia o soddisfazione per qualche cosa.