fresco1
frésco1 agg. e s. m. [dal germ. frisk] (pl. m. -chi). – 1. agg. a. Di clima, aria, acqua, ecc., che, per la temperatura alquanto bassa, danno al corpo la sensazione di un freddo moderato e per lo più gradevole: un f. venticello; la f. brezza della sera; una f. fonte; un bicchiere d’acqua f.; l’aria si sta facendo fresca. In meteorologia, e nel linguaggio marin., vento f., vento gagliardo e teso, corrispondente al 6° grado della scala Beaufort (vento forza 6), di velocità dai 40 ai 50 km orarî, che forma onde dai 3 ai 4 metri di altezza. b. Per estens., di luogo all’aperto o di ambiente che, per essere ventilato, ombreggiato o poco esposto al sole, ha temperatura meno calda di quella circostante e dà perciò un senso di refrigerio: è la stanza più f. della casa; un f. boschetto; Fresco, ombroso, fiorito e verde colle (Petrarca); godere la f. ombra. c. Riferito alla persona: un angolo del giardino dove si può stare freschi; avere la fronte f., le mani f., a temperatura normale, non calde per febbre. Fig., iron., stare fresco, essere nei guai, andare incontro a un castigo, a una lavata di capo, e sim.: se lo viene a sapere papà, stiamo freschi!; con altro senso, stai f.!, per disilludere qualcuno in una speranza che si ritiene infondata: se aspetti aiuto da lui, stai f.!; state f., se sperate un aumento di stipendio. 2. agg. Fatto, compiuto, terminato da breve tempo, quindi non vecchio, non secco, ecc. In partic.: a. Tinta, vernice f., stucco f., calce f., intonaco f., e sim., applicati da poco, ancora umidi; e così inchiostro f., un quadro a olio ancora fresco. b. Legno f., non stagionato. c. Di alimenti, fatti o preparati da poco: pane f., di giornata (contr. di duro, stantio); latte f., appena munto o confezionato poco dopo la mungitura e sottoposto a processo di pastorizzazione che ne garantisce la conservazione per alcuni giorni (si contrappone al latte a lunga conservazione); uova f., uova freschissime, che hanno pochi o pochissimi giorni; formaggi f., molli, teneri; carne f., di animale da poco macellato (ma talora si contrappone alla carne secca, o salata, affumicata, oppure a quella congelata o surgelata); pesce f., pescato da poco (oppure non congelato o surgelato). d. Di frutti, appena spiccati dalla pianta, oppure non seccati: fichi f., prugne f.; piselli, fagioli f., fave fresche; di erbaggi commestibili, da poco colti: insalata f., spinaci freschi. Di altra verdura, rigogliosa, florida, non avvizzita: l’erba f. dei prati; fiori f., non appassiti, oppure naturali, non artificiali. e. Dell’aspetto della persona, della carnagione, e sim., florido, che mostra pienezza di salute, che non porta segni di stanchezza o non è sciupato dall’età o da malattie: ha un volto f., ancora f.; colorito f.; carni f. e sode; una ragazza f. come una rosa; un uomo ancora f. e vegeto; estens., f. età, l’età giovanile. Con sign. simile, forze f., mente f., non ancora affaticate, o ristorate col riposo; e così: cavalli f.; attaccare con truppe f., e sim. f. In alcuni casi, indica vivacità, naturalezza, spontaneità: linguaggio f.; stile agile e f.; immagini f.; F. come i bicchieri Furono i suoi pensieri. Per lei torni in onore La rima in cuore e amore (Giorgio Caproni). g. Recente: notizie f.; ricordo, lutto, dolore f.; questa lettera è arrivata fresca fresca, or ora; appena finito: eccoti il mio articolo fresco fresco; anche di persona: ero arrivato fresco fresco, proprio allora; con lo stesso sign., senza il verbo: Così vid’io quella masnada fresca Lasciar lo canto (Dante). Seguito dalla prep. di, per indicare lo stato, la condizione da cui una persona o una cosa è uscita da poco: stampa f. di torchio; giovane f. di studî; donna f. di parto. 3. s. m. a. L’aria, la temperatura fresca, e la sensazione che se ne ha: c’è f. qui (anche in frasi impersonali: fa f.; comincia a far f.); pigliare, prendere, godere il f., stare in luogo arioso e ombreggiato, per ricrearsi: era uso d’estate, nelle sere più crudeli, salire a prendere il f. sotto i primi carrubi del monte (Bufalino); fig., scherz., mettere al f., in prigione; cenare, sdraiarsi al f.; farsi fresco con un ventaglio. Con senso più prossimo a freddo: ho preso un po’ di f. e ho le ossa tutte indolenzite. Locuzioni: col f. (o, non com., per il f.) la mattina presto, o la sera dopo il tramonto (mettersi in cammino col f., partire col f.; rientrare in casa per il f.); mettere, tenere al f., per lo più di cibi, in luogo fresco perché si conservino meglio (di bevande, metterle in frigorifero affinché diventino fredde); invece mettere, tenere in fresco, di erbaggi e frutta, s’intende per lo più in acqua fredda; dipingere a fresco (donde il sost. affresco e la forma ant. fresco), su calcina ancora fresca. b. Tessuto di lana di tipo inglese con filato fortemente ritorto; nell’uso corrente, anche tipo di tessuto molto leggero, adatto per abiti estivi da uomo o da donna. 4. Locuz. avv. di fresco, di recente, da poco tempo: fiori colti di f.; latte munto di f.; tornato, guarito, maritata di fresco. ◆ Dim. freschétto, freschino, frescolino, per lo più come sost. (il frescolino dell’alba, Manzoni), e così frescùccio (questo spec. se un po’ molesto, non piacevole), meno com. freschìccio, agg. e sost.; accr., non com., frescòccio, come agg., di persona alquanto fresca nelle carni e nell’aspetto. ◆ Avv. frescaménte, raro e soltanto in alcuni usi fig. (con freschezza, con vivacità, e sim.).