fasciocomunista
(fascio-comunista), s. m. e f. e agg. Chi o che manifesta tendenze fasciste e comuniste allo stesso tempo. ◆ Una valanga di critiche si è abbattuta su di lui [Romano Bracalini] dopo che ha avuto l’ardire di indicare nell’asse fascio-comunista il nemico di qualsiasi cambiamento dentro la Rai. (Libero, 14 agosto 2002, p. 7, Italia) • Un buffo articolo di Roberto Alfatti Appetiti sul «Secolo d’Italia» di ieri si pone questo quesito: come è potuto succedere che «il giovane Holden di [Jerome David] Salinger sia diventato, nel suo eroe eponimo, un mito della sinistra?». […] Come testi reali o immaginari, tutti italiani, vengono chiamati Renzo Foa, per il quale in Holden non vi sono segni che potesse piacere a sinistra, e Accio, l’eroe fasciocomunista di [Antonio] Pennacchi: costui avrebbe preso Holden a schiaffoni, l’avrebbe addirittura gonfiato di botte. (Franco Cordelli, Corriere della sera, 23 agosto 2006, p. 37) • Fasciocomunista oggi lo dicono di Giuseppe Ciarrapico, editore di Latina Oggi e patriarca delle italiche gesta, un busto del Duce in ogni suo ufficio -- ne ha parecchi -- e una fede che non si spezza: e però è amico di Goffredo Bettini, discute volentieri e amabilmente con la brillante Antonella Cantaro, coordinatrice ds delle donne del Lazio. (Concita De Gregorio, Repubblica, 9 giugno 2007, p. 10, Politica).
Composto dal confisso fascio- aggiunto al s. m. e f. e agg. comunista.
Già attestato nella Stampa del 17 aprile 1994, p. 20, Società e Cultura (Oreste del Buono); attestato anche nel titolo del romanzo Il fasciocomunista, di Antonio Pennacchi, Milano, Mondadori, 2003.