eletto
elètto agg. e s. m. [part. pass. di eleggere, dal lat. electus, part. pass. di eligĕre]. – 1. agg. e s. m. (f. -a) Nominato, scelto a una carica, a qualche dignità o grado (con valore aggettivale o, più spesso, participiale): i deputati, i senatori eletti. Come sost.: festeggiare l’e.; per l’espressione né elettori né eletti, v. elettore. Con particolari sign., spec. al plur., nel linguaggio religioso: nell’Antico Testamento, riferito agli Ebrei (popolo e.); nel Nuovo Testamento, ai battezzati o membri della Chiesa; nel linguaggio teol., gli eletti sono i predestinati alla grazia e alla gloria eterna (molti sono i chiamati, pochi invero gli e.), o anche (nell’uso corrente) le anime consacrate a Dio; presso i Manichei, gli appartenenti a una delle due classi in cui essi erano distinti, di grado superiore ai semplici «uditori». 2. agg. Scelto (con funzione di participio): in questo luogo [il paradiso terrestre] eletto A l’umana natura per suo nido (Dante). 3. agg. a. In agraria, delle razze nuove di piante, ottenute per selezione o per incrocio, le quali presentano alcuni pregi in confronto alle razze preesistenti; anche di droghe vegetali quando sono prive di parti estranee (in questo caso è sinon. di mondo agg.): manna e.; sena eletta. b. Eccellente, nobile, distinto: un’anima e.; sentimenti e.; maniere e. e signorili; vestir semplice, e. (Foscolo). ◆ Avv. elettaménte, non com., in modo eletto, cioè nobile, distinto.