dubitare
v. intr. [dal lat. dubitare, der. di dubius: v. dubbio1] (io dùbito, ecc.; aus. avere). – 1. a. Essere in dubbio, avere dubbî intorno a qualche cosa: dubito se accettare o rifiutare l’offerta (più com. sono in dubbio se ecc.); dubito molto che abbia intenzione di mantenere l’impegno; non c’è motivo di d. delle sue parole; me la pagherà, non dubitare!; non ne dubito, ne sono certo; sostantivato: nel vano dubitar si stanca La mente mia (Leopardi). b. In qualche caso, temere che ..., ritenere che non ... (la differenza tra i due sign. è data in genere dal tono con cui si pronuncia la frase): dubito che sia tardi; dubito che faremo in tempo a prendere il treno. Nella lingua ant., anche temere, aver paura: cominciò per nome a chiamar l’abate e a pregarlo che egli non dubitasse (Boccaccio); o esitare: qui si fermò alquanto, quasi dubitando, lo spirito (T. Tasso). 2. a. Diffidare: dubita di tutto e di tutti; dubitavano anche di noi; dubitava delle proprie forze. b. Meno com., sospettare: dubito che stia tramando ai nostri danni. 3. Giocare a dubito: gioco di carte in cui ciascuno dei giocatori mette a turno in tavola una carta coperta, dichiarando il suo numero, che dev’essere progressivo: prende il nome dalla parola dubito con cui qualcuno dei giocatori chiede al compagno di far vedere la carta messa in tavola, mettendo in dubbio che sia quella da lui dichiarata. ◆ Part. pres. dubitante, anche come agg., che sta in dubbio, dubbioso: mi è parso dubitante; con animo, con cuore dubitante; letter., malsicuro, vacillante: Col dubitante piè torno al mio tetto (Parini). ◆ Part. pass. dubitato, anche come agg. con valore passivo, che è messo in dubbio, su cui cade dubbio (per lo più nella forma negativa; cfr. indubitato): de la imperiale [autorità], la quale per la sua maiestade non pare esser dubitata (Dante).