denaro elettronico
loc. s.le m. inv. Mezzo utilizzato per l’acquisto di merci, soprattutto attraverso la rete telematica, erogato da istituti o società di credito, sulla base di un corrispettivo in una determinata valuta che dovrà successivamente essere rifuso dall’intestatario del titolo di pagamento elettronico. ◆ dal 1° gennaio 2002 […] occorrerà consigliare alla clientela l’uso del denaro elettronico. Carte di credito e PagoBancomat sono già abilitati a operare in doppia valuta [lira e euro]. (Sole 24 Ore, 28 luglio 2000, p. 7, Commenti e Inchieste) • Tra le altre norme di comportamento [suggerite ai negozianti], l’utilizzo del denaro elettronico al posto del contante, l’abitudine di cambiare ora ed itinerari per versare l’incasso della giornata nella cassa continua, la stipula di polizze assicurative. (Giornale, 28 settembre 2003, p. 16, Cronache) • la carta di credito, da semplice strumento di pagamento, si è trasformata in carta viaggi, carta punti, assicurazione, carta fedeltà e ora anche cellulare. Adesso infatti, in alcuni casi, con il sistema di «mobile payments» si può pagare anche con il telefonino. Il problema, tutto italiano, è che, nonostante il successo e la diffusione di questo strumento di pagamento, la frequenza d’utilizzo del denaro elettronico è ancora bassissima. (Corinna De Cesare, Corriere della sera, 10 febbraio 2008, p. 12).
Composto dal s. m. denaro e dall’agg. elettronico, ricalcando l’espressione ingl. electronic money.
Già attestato nella Repubblica dell’8 novembre 1987, p. 9, Politica.
V. anche moneta elettronica, non-denaro.