Cus
s. m. inv. Acronimo di Contratto di unione solidale. ◆ [tit.] Coppie di fatto: via i Dico, arrivano i Cus [testo] Altro che baby-pensionati, ai Dico sono bastati appena cinque mesi per passare dalle prime pagine dei quotidiani, dalle manifestazioni (e contro-manifestazioni) di piazza alla casa di riposo virtuale della politica. Da ieri a sperare in una sorte migliore sono i Cus, contratti di unione solidale, l’acronimo scelto da Cesare Salvi, presidente della Commissione giustizia del Senato per il nuovo testo di legge intorno al quale d’ora in poi si articolerà il dibattito parlamentare su diritti e doveri di chi ha scelto di dar vita ad un’unione di fatto, senza discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. (Gino Cavallo, Mattino, 13 luglio 2007, p. 9, Primo Piano) • La commissione Giustizia del Senato dà il suo via libera al testo base sui Contratti di unione solidale (Cus). Un testo che si era arenato il 12 luglio scorso, figlio dei Dico. Dunque, riparte la discussione sulle unioni civili. (Tempo, 5 dicembre 2007, p. 3, Politica) • Da quando si è insediato nel maggio 2006, il Governo ha affrontato duri confronti con il Vaticano, a partire da quello sulle unioni di fatto. Il cardinale Vicario nel maggio 2007 sponsorizzò il Family Day, dopo che il Governo aveva varato il Ddl sui Dico (ex Pacs, ora Cus). (Carlo Marroni, Sole 24 Ore, 25 gennaio 2008, p. 2, In primo piano).
V. anche Ccs, contratto di convivenza solidale.