congelare
v. tr. [dal lat. congelare, der. di gelu «ghiaccio, gelo»] (io congèlo, ecc.). – 1. a. Far passare un liquido allo stato solido per raffreddamento: c. l’acqua. b. Sottoporre sostanze alimentari a forte e rapido raffreddamento per renderne possibile la conservazione. c. C. un terreno: isolarlo temporaneamente col sistema del congelamento, per potervi eseguire lavori di scavo. 2. fig. a. Irrigidire: lo stupore aveva tanto mai allungato e congelato quelle faccie da togliere loro ogni umana sensibilità (Palazzeschi). b. Fare in modo che qualcosa non abbia attuazione, quindi mettere da parte, accantonare: la riforma è stata congelata. c. Sospendere con disposizione di legge o di un’autorità amministrativa determinate attività e operazioni economiche o finanziarie: c. un credito, sospendere temporaneamente la riscossione; c. il cambio dell’euro, con altre monete, in condizioni critiche di mercato. d. Bloccare, mediante opportuno provvedimento, una situazione o il suo normale sviluppo: c. i posti di lavoro; proposte avanzate dagli imprenditori di c. la scala mobile. e. Nel gioco della canasta, c. il pozzo, mediante lo scarto di una matta per cui il pozzo può essere preso soltanto da chi abbia in mano tre carte uguali anziché due (v. canasta). 3. intr. pron. a. Divenire solido per effetto del freddo: l’olio si è congelato nella bottiglia; anche senza la particella pron.: l’acqua, alla pressione di un’atmosfera, congela a 0 °C. In senso fig., letter.: la viva vena dell’elegante parlare si condensò e congelò (Carducci). b. Subire processo di congelamento, riferito ad arto o ad altra parte del corpo: gli si sono congelate le dita dei piedi. Nel linguaggio com., patire gran freddo: a star fermo qui dentro, mi sono tutto congelato. ◆ Part. pass. congelato, anche come agg.: carne congelata; arto congelato; pozzo congelato, nel gioco della canasta.