comodo2
còmodo2 (ant. o region. còmmodo) s. m. [dal lat. commŏdum, neutro sostantivato dell’agg. commŏdus «comodo1»]. – 1. a. In genere, ciò che riesce piacevole e opportuno in quanto soddisfa i nostri bisogni e ci fa sentire a nostro agio (sinon. quindi di comodità): i c. della vita; un albergo con tutti i c.; è un gran c. avere un proprio mezzo di locomozione; don Rodrigo ... voleva dimorar liberamente in città, godere i comodi, gli spassi, gli onori della vita civile (Manzoni). b. non com. Opportunità, possibilità: non ho avuto c. di terminare il lavoro. c. Vantaggio: per comodo che ne ritraggono (Leopardi). In grammatica, dativo di comodo o di comodo e incomodo, espressioni con cui veniva talora indicato, soprattutto con riferimento al latino (e per estens. ad altre lingue), quello ch’è altrimenti detto complemento di vantaggio. 2. Locuzioni: a. Fare comodo, giovare, tornar utile o far piacere: mi farebbe c. pagare a rate; agisce così perché gli fa comodo. b. Fare il proprio c., ciò che più piace, avendo riguardo solo per se stessi: non si può fare il proprio c. in casa d’altri; ha sempre fatto il suo c. (fam., il suo porco c.); fa il suo c. e non guarda in faccia (o a) nessuno; al contrario, fare il c. degli altri, ciò che piace agli altri, e per lo più con nostro danno o svantaggio. In formule di cortesia, faccia pure il suo c., a chi domanda un permesso, o per dirgli (talvolta anche in tono iron.) di non avere riguardi: se vuol restare ancora faccia pure il suo comodo. c. Con comodo, a comodo, quando più piaccia o torni opportuno, senza fretta, con agio: è un lavoro che puoi fare con c. (o con tuo c.); venga pure a suo c.; eccoti i soldi, me li restituirai con c.; discorreremo con più c. un’altra volta. d. Essere in comodo, esser disposto, essere pronto a fare una cosa: se sei in c., possiamo andare; avvertimi quando sarai in c. di ricevermi. e. Per comodo di, per utilità, per servire a: c’è un servizio informazioni per c. dei viaggiatori. Di comodo, come locuz. agg., che fa comodo a qualche scopo, ma solo in partic. espressioni: casa di c., casa di appuntamenti per coppie clandestine (con sign. sim., in passato, il comodo, appartamentino da scapolo, garçonnière); stanza o stanzino di c., ripostiglio. 3. Nel linguaggio banc.: a. Cambiale di comodo, quella che non risulta da operazioni di commercio e viene creata al solo scopo di ottenere credito in banca (si tratta di effetti provenienti da simulazione di negoziazioni di vendita, con intreccio e scambio reciproco di firme tra operatori commerciali al fine di consentire a ciascuno di ottenere credito presso banche differenti). b. Comodo di cassa, brevissima dilazione che viene concessa in commercio al pagamento di merci vendute per contanti o per pronta cassa; più propr., quella forma speciale di apertura di credito di brevissima durata che le banche usano talvolta concedere ai loro migliori corrispondenti o clienti che debbano far fronte a bisogni transitorî e a circostanze impreviste e urgenti. ◆ Dim. spreg. comodùccio; pegg. comodàccio, soprattutto nella frase fare il proprio comodaccio, fare ciò che più piace, senza riguardi per gli altri e con egoistico disinteresse per il danno o il disagio che ad altri ne possono derivare.