ciliegia
ciliègia (tosc. ciriègia) s. f. [lat. *ceresia per *cerasia; v. ciliegio] (pl. -gie o -ge). – 1. Il frutto del ciliegio, costituito da una drupa di 1-2 cm di diametro, di colore rosso, più o meno cupo; le ciliegie sono adoperate per il consumo diretto, oppure si conservano o si usano per farne sciroppi, marmellate, liquori; dai semi si estrae un olio (olio di ciliegie) di colore giallo oro, di odore gradevole di mandorle amare: ciliegie di Ravenna, c. aretine; un canestro, una ciocca di ciliegie; rosso c., o assol. ciliegia, invar., il colore rosso carico delle ciliegie mature (una seta rosso ciliegia; un abito color ciliegia); diventare rosso come una c., per vergogna o per rabbia; come le c., di cose che si susseguono, che vengono una dopo l’altra: le bugie sono come le c., una tira l’altra; scherz., c. con l’amico, con il baco; quindi, amico c., il baco delle ciliegie; e come appellativo confidenziale o scherzoso o ironico di un amico o di persona comunque nota: ecco qui l’amico ciliegia! 2. Nome di frutti simili: a. C. del Brasile, frutto di un alberetto delle mirtacee (Eugenia uniflora) del Brasile, di color rosso vivo, più grande della ciliegia, con sapore gradevole, dolce-acidulo: si mangia fresco e se ne fanno marmellate, gelatine e gelati. b. C. marina, altro nome del frutto del corbezzolo (più comunem. chiamato corbezzolo). ◆ Dim. ciliegina; accr. ciliegióna.