cibrido
s. m. Organismo ibrido cellulare transmitocondriale, nel quale il nucleo di una cellula umana viene inserito nell’ovocita animale svuotato quasi completamente del suo patrimonio genetico. ◆ «Non parlerei di chimere uomo-animale -- commenta Carlo Alberto Redi dell’Università di Pavia -- ma piuttosto di cibridi, che significa citoplasmi ibridi. Con questa tecnica si creano cellule che hanno il nucleo di Dna umano, ma contengono, nel citoplasma, materiale genetico (cioè i mitocondri) che deriva sia dall’animale sia dall’uomo». (Adriana Bazzi, Corriere della sera, 6 settembre 2007, p. 8, In primo piano) • Ci viene proposto che queste cellule ibride (denominate «cibridi») verranno utilizzate «per studiare lo sviluppo di malattie neurologiche come Parkinson, Alzheimer ed atrofia muscolare». (Angelo Vescovi, Giornale, 6 settembre 2007, p. 1, Prima pagina).
Adattato dal s. ingl. cybrid, a sua volta ricavato dall’espressione cy(toplasmatic) (hy)brid.
V. anche embrione-chimera, embrione chimerico.