Ciampi boy
loc. s.le m. Collaboratore e consigliere di Carlo Azeglio Ciampi; chi si ispira alla sua scuola. ◆ Da allora, [Andrea Monorchio] è nel mirino: nel 1994 i «Ciampi boys» gli addebitarono di aver influenzato i risultati elettorali diramando (quando dovuto) i dati sul bilancio dello Stato. Ancora oggi, dopo aver per un istante fatto balenare l’idea di essere polista, ogni tanto fa il birichino e tira giù due conti sulle pensioni: «Non reggono, non possono reggere», confida a qualche giornalista. (Foglio, 24 ottobre 1998, p. III) • A riportarlo [Vittorio Grilli] in Italia è stato Mario Draghi nel ’94, quando Ciampi costruì la squadra di giovani economisti (i «Ciampi boys») che salvò l’Italia dall’esclusione dall’euro. (Pietro Piovani, Messaggero, 4 luglio 2004, p. 5, Primo piano) • Nel 1997 [Tommaso] Padoa-Schioppa lasciò la Banca d’Italia di Antonio Fazio, inviato da Ciampi alla presidenza della Consob. E sempre l’ex ministro del Tesoro chiamò nel 1998 [Fabrizio] Barca, uno dei Ciampi boys cresciuti nel prestigioso ufficio studi di palazzo Koch, alla guida del Dipartimento per le politiche di coesione con l’obiettivo di rilanciare l’intervento nelle aree depresse. Durò un anno. (Sergio Rizzo, Corriere della sera, 20 maggio 2006, p. 29, Economia).
Composto dal nome proprio (Carlo Azeglio) Ciampi e dal s. ingl. boy.
Già attestato nella Stampa del 3 agosto 1994, p. 4 (Massimo Gramellini).