caro-pigione
(caro pigioni), s. m. Aumento del costo della pigione, del canone di locazione degli immobili. ◆ Sembra lontana e spenta la eco della battaglia fatta contro il Social Forum del novembre scorso da [Paolo] Soderi, che proclamò la serrata dei negozi, mentre il presidente della Confcommercio resta attivo in tante iniziative spinose a vantaggio dei commercianti, come ad esempio la guerra al caro pigioni e la denuncia dei proprietari che in via Tornabuoni chiedono una tantum per il rinnovo dei contratti di affitti. (Maurizio Bologni, Repubblica, 7 luglio 2003, Firenze, p. III) • Gli affitti in Italia sono saliti, tra il 2002 e il 2003, del 17% a un passo molto più veloce dell’inflazione. L’allarme […] arriva da un’indagine del Sunia-Cgil, secondo la quale l’affitto medio italiano supera i mille euro, 1.025,76 euro per l’esattezza, con punte a Venezia, che con 1.503 euro guadagna il primato dal caro-pigione italiano, Milano (1.311 euro) e Roma (1.257). (Secolo XIX, 28 aprile 2004, p.6, Attualità) • L’Italia è uno dei Paesi Ue dove il caro-pigione è tra i più pesanti. Praticamente insostenibile. (Maria R. Calderoni, Liberazione, 2 febbraio 2006, p. 7, Politica e Società).
Composto dal confisso caro- aggiunto al s. f. pigione.
Già attestato nella Stampa del 13 settembre 1994, Torino, p. 24 (Agnese Vigna).
V. anche caro-abitazione, carofitti.