calere
calére v. intr. impers. [lat. calēre «esser caldo», quindi «eccitarsi, stare in apprensione»] (usato soprattutto nella 3a persona sing. cale preceduto da negazione; rare altre forme, come il cong. càglia e il pass. rem. calse), ant. – Importare, stare a cuore: quando altrui non cale De’ nostri alti parenti, A te ne caglia (Leopardi); siccome poco v’è caluto di costui che tanto mostravate d’amarlo, così vi carrebbe vie meno di me (Novellino). Sono ancora in uso, nel linguaggio letter., le espressioni mettere, tenere (qualcosa) in non cale, trascurare, non darsi pensiero.