buono1
buòno1 (pop. bòno) agg. [lat. bŏnus] (premesso al sostantivo, si tronca in buon davanti a vocale e davanti a consonante seguita da vocale o da l o da r). – 1. Rispondente all’idea del bene morale; che ha per norma e per fine il bene: un uomo b., un’anima b. (v. anche buonanima); compiere una b. azione; b. pensieri, sentimenti b.; seguire b. principî; condurre una b. vita; fare una b. morte (v. anche buonamorte); opera b., atto di carità; b. condotta, condotta di vita conforme a onesti principî; certificato di b. condotta morale e civile; buon costume (v. buoncostume); b. leggi; buon governo (v. buongoverno); buon libro, che ha lo scopo di migliorare ed educare l’animo di chi legge, o anche libro ben fatto, di valore intrinseco notevole; sim. b. stampa, b. letteratura. Per indicare più direttamente tendenza al bene: b. intenzione, intenzione retta, onesta; b. volontà, volontà di far bene, impegno, costanza in un lavoro: è un ragazzo pieno di b. volontà; b. voglia, favorevole disposizione: fare, andare di b. voglia; lodò la sua b. voglia (v. anche buonavoglia s. m.). Locuzioni particolari: essere un (e anche una) poco di b., una persona di cattivi costumi o quanto meno sospetta; esser b. e caro, ma ..., per attenuare un’opinione, espressa o sottintesa, intorno ad aspetti del carattere proprio o altrui che farebbero pensare il contrario: è una b. e cara persona, ma di queste cose non capisce nulla; io son b. e caro quanto volete, ma vi prego di lasciarmi in pace. 2. Ben disposto nei rapporti con altre persone, quindi benevolo, affettuoso, e anche cortese, gentile e sim.: è stato sempre b. con me; sii b., sia b., per indurre qualcuno a un atto pietoso, a una generosa concessione, a condiscendenza; tenersi b. qualcuno, conservarsene la simpatia, la benevolenza; troppo b.!, risposta di cortesia a chi si mostra gentile o fa dei complimenti. Spesso premesso al sostantivo: un buon padrone; il buon pastore; così in espressioni vocative: buon Dio, nelle preghiere (ma anche esclam. d’impazienza); mio buon amico e forme simili, nelle lettere e in genere quando si vuol rivolgere la parola a qualcuno con speciale benevolenza e confidenza. Anche di atti che mostrano buona disposizione, ecc.: rivolgere b. parole; trattare con b. maniere; sostantivato, con le b., con modi gentili, con pazienza, senza usare la forza: prendere uno con le b., persuaderlo con le buone. In particolare: b. grazia (v. buonagrazia); buon cuore, sentimento di carità e generosità; buon viso, serena, affabile espressione del volto; fare buon viso o b. cera, mostrare contentezza anche dinanzi a persona sgradita (per altre espressioni con la locuz. buon viso, v. viso2); guardare, vedere di buon occhio, con piacere, benevolmente, favorevolmente (più spesso in frasi negative): mi pare ch’egli non ti veda di buon occhio; non vedo di buon occhio che tu frequenti quell’ambiente; di buon animo, di buon grado, volentieri, senza riluttanza, con disposizione d’animo favorevole: concedere, accondiscendere, accettare di buon grado; mantenere, essere in b. rapporti, amichevoli; e con uso ellittico, sostantivato al femm., essere, tornare in buona con uno, in accordo, in amicizia; meno com., tenere uno in buona, quieto, tranquillo, o bendisposto: con l’amico avrebbe desiderato ora più che mai d’entrare in discorso, tanto per tastarlo sempre più, come per tenerlo in buona (Manzoni). 3. a. Mite, bonario, e anche semplicem. ingenuo: buon uomo (v. buonuomo); è sempre stato un buon figliolo; buon cristiano, buon diavolo, b. gente, tutti appellativi non malevoli ma spesso ironici e che ad ogni modo non indicano grande stima; tre volte b., minchione; b. donna, come appellativo rivolto a donna del popolo (analogam. a buon uomo): Ehi, b. donna, sapreste indicarmi la strada?; ma spesso, eufem., donna di facili costumi: figlio d’una b. donna! Come locuz. avv., alla buona, senza ricercatezze: è gente alla b., semplice, di modi familiari; lavoro fatto alla b., non a regola d’arte. b. fam. Quieto, ubbidiente, tranquillo: il bambino è stato b. tutta la notte; state b., ragazzi, finché non torno; b. con le mani!, a chi sta per menarle, o si fa troppo ardito in approcci confidenziali; buoni, buoni!, per calmare persone che protestano o si mostrano impazienti, oppure litigano. c. Avere buon carattere, b. indole, esser di natura dolce e paziente, d’animo abitualmente sereno e portato all’ottimismo. 4. a. Abile, capace, valente in qualche cosa (arte, professione, lavoro, ecc.); buon pittore, buon violinista, buon medico, buon maestro, buon operaio; buon lavoratore, tenace, instancabile; buon bevitore, che regge bene il vino; essere buon giudice in qualche materia, intendersene, avere sicura competenza; prov., a buon intenditor poche parole; anche di animali: un buon cavallo, un buon cane da caccia. Per metonimia: b. spada, b. lama, un valente spadaccino; una b. forchetta, un mangiatore capace; essere una b. penna, uno scrittore (spec. giornalista) abile, efficace; avere b. mano, avere abilità, destrezza in un lavoro; essere in b. mani, essere affidato a persone valenti, o fidate; b. gamba, sveltezza o resistenza nel camminare. Con sensi più determinati e con riferimento alle qualità della persona: buon gusto (v. buongusto); buon senso (v. buonsenso); buon naso o buon fiuto, intuito fine, pronto, acuto; essere di bocca b., di facile contentatura, nei cibi o in altro. b. Più genericam., che adempie bene i doveri del suo ufficio: buon soldato; buon padre di famiglia, espressione che nel linguaggio giuridico indica il tipo astratto dell’uomo medio, e cioè del cittadino consapevole dei proprî impegni e delle relative responsabilità; buon cristiano, chi segue scrupolosamente i precetti della religione, anche nelle pratiche esterne, oppure chi ha spirito di carità. c. Rispondente alla sua natura o al fine a cui è destinato: ogni cosa è b. a suo luogo (Manzoni); avere b. vista, buon udito, b. memoria; un buono stomaco, forte, che digerisce bene. d. Per estens., che vale, che serve a qualche scopo determinato: olio b. per condire; medicina b. per la tosse; in documenti commerciali, buono per ..., espressione usata per indicare l’esistenza di un credito: b. per dieci euro. Di persona o di animale, adatto, bravo per qualche cosa: un gatto b. per prendere i topi; b. a nulla, inetto, fannullone (anche sostantivato: sei un b. a nulla); spesso iron.: sei b. solo a perder tempo; non è b. ad altro che a sciupare la roba; region., non esser b. di, non essere capace (e, in qualche caso, non avere il coraggio): non è proprio buona di cucinare; non sei b. di far niente; non sei b. di sgridarlo? 5. Con riguardo al valore intrinseco di una cosa, sotto varî aspetti: a. Nobile, distinto, ragguardevole, onorato e sim.: un giovane di b. famiglia; b. società, l’ambiente aristocratico; buon nome, b. fama, b. reputazione; buon secolo, per i puristi, il Trecento, periodo aureo della lingua; buon tempo antico o andato, i tempi che si rimpiangono (con altro senso, darsi buon tempo: v. buontempo); letter., b. studî, gli studi umanistici; vestito, abito b., quello dei giorni di festa o delle grandi occasioni; region., salotto b., il salottino per ricevere. b. Pregevole, detto di opere dell’ingegno o d’altri lavori e attività che raggiungono un livello artistico notevole: amare la b. letteratura, la b. musica, il buon teatro; o che sono anche soltanto apprezzabili sul piano dell’abilità tecnica, della fattura artigianale o per la capacità di produrre effetti gradevoli: è stata una b. esecuzione, una b. recitazione; consigliami qualche buon romanzo da leggere. c. Dei prodotti della terra o dell’industria di qualità pregiata, che possiedono requisiti commerciali apprezzabili: zona che produce b. vini (con riferimento al vino, è frequente l’uso ellittico, allusivo: un litro, un bicchiere di quello b.; mi porti un fiaschetto, ma di quello b., mi raccomando!); una b. tela; b. lana (per il sign. iron., v. buonalana); una b. camicia; un buon dentifricio. d. B. moneta: la moneta il cui valore reale di fino corrisponde al suo valore nominale o addirittura lo supera; o moneta, in genere, più apprezzata di altre: la moneta cattiva scaccia la b.; fig., pagare di b. moneta, rendere offesa per offesa, danno per danno. Con senso più generico, di qualsiasi cosa che per qualche motivo si consideri soddisfacente: ha una b. preparazione scientifica; libro ancora in b. stato, ben conservato; casa, mobili in b. condizioni; trovare un buon posto (in treno, a teatro); in buon ordine, ordinatamente (per il sign. fig., v. ordine, n. 2 a). Spec. di giudizî, risultati e sim. che lascino soddisfatti o esprimano soddisfazione: riportare un buon voto (in giudizî scolastici espressi in parole, buono indica più che sufficienza ed equivale suppergiù all’8); avere un buon posto nella classifica; commedia, film, romanzo che ha avuto una b. stampa, che ha avuto recensioni favorevoli, che è stato accolto bene dalla critica; fig., avere, non avere una b. stampa, godere, non godere buona fama. 6. Con riferimento a condizioni psichiche o fisiche: stare di buon animo, serenamente, col morale alto; buon umore (v. buonumore); godere b. salute, star bene: avere buon aspetto, b. cera, mostrare nella faccia di star bene. 7. Con valore più soggettivo, di tutto ciò che ci faccia piacere o si riveli a noi vantaggioso. Quindi: a. Piacevole: essere in b. compagnia (iron., trovarsi fra persone della stessa risma); roman. ragazza, donna bona, formosa e attraente (più spesso come predicato o in esclamazioni: quant’è bona!); ant. saper buono, riuscir grato. In partic., gradito ai sensi del palato o dell’olfatto: buon sapore, buon odore; gli piacciono i b. bocconi; saper di b., mandare buon odore; lasciare la bocca b., di cibi o bevande che lasciano in bocca un sapore gradevole. b. Conveniente: combinare un buon affare; a buon prezzo, a buon mercato, a prezzo basso (quindi conveniente per chi acquista); buon cliente, che compra molto o che paga senza discutere, perciò tale che al venditore convenga tenerselo caro. c. Opportuno: cogliere, trovare, sfruttare una b. occasione; hai avuto una b. idea; in un buon momento, in buon punto, al momento giusto; letter., è b., è bene, è opportuno: Mentre ch’e’ ’nfuria, è buon che tu ti cale (Dante). d. Favorevole, prospero: il tempo è tornato b.; nella b. stagione, nell’estate, o in genere quando il tempo è più mite; fig., essere, navigare in b. acque, trovarsi in floride condizioni economiche; una b. notizia, un buon annuncio; avere buon gioco, avere carte b. (anche fig., v. gioco; carta); b. stella, fortuna, destino propizio; Dio ce la mandi buona!, ci assista volgendo a nostro favore una situazione difficile o pericolosa; buon per te, buon per lui, fortuna per te, per lui, ecc. Con senso sim., è frequente in formule d’augurio: buon giorno, b. sera, b. notte (v. buongiorno, ecc.); buon riposo; buon appetito; buon Natale; b. Pasqua; buon Capodanno; buon viaggio; b. permanenza; buon lavoro; b. vacanze; buon divertimento; b. fortuna; b. lezione, ecc.; buon pro!, ti faccia buon pro e sim. (v. pro2, n. 1). 8. a. Autentico, valido, ben fondato: b. ragioni; b. testimoni; b. fede (v. buonafede); fare o menar buono un argomento, un pretesto, (e, al femm., buona) una ragione, una scusa, ammetterli per validi; questo biglietto non è più b. (perché scaduto o per altri motivi); palla b., nel gioco del tennis, quella che non tocca terra al di fuori del campo; b. uffici, mediazione, raccomandazione: interpose i suoi b. uffici presso il ministro, e la questione fu risolta; a buon diritto, a giusta ragione; a ogni buon conto, volendo preveder tutto, per ogni eventualità: non credo che potrò venire da voi, ma, a ogni buon conto, datemi il vostro indirizzo; ant., far buono, abbonare, scontare. Buono e approvato, formula che il sottoscrittore aggiunge nei casi di polizza o di scrittura privata con la quale una sola delle parti si obbliga verso l’altra a pagare una somma di denaro o ad altra prestazione. b. Non contraffatto, non falsificato: diamanti b.; oro b.; questi cento euro non sono b., sono falsi. 9. Forte, grande, rilevante: ha mangiato di buon appetito; s’è dato un buon colpo; di buon passo, svelto; di b. lena, di buzzo b., con decisione e impegno; con senso partic., di buon mattino, per tempo, sul far del giorno; di buon’ora (v. buonora). Quindi anche abbondante: b. misura; buon peso; un’ora b.; dieci miglia b.; un buon bicchiere; una b. dose di legnate; una b. nevicata. Locuzioni: volerci del b., volerci del bello e del b., essere necessarî molti sforzi: mi c’è voluto del b. a persuaderlo; ogni tanto pozze, da volerci del buono e del bello a levarne i piedi, non che le scarpe (Manzoni); non com., di buono, sul serio, con tutto l’impegno: farò di b., e vi anderò, e ve lo lascerò meglio disposto che mai (Manzoni); a buono, davvero, sul serio, molto: c’è da faticare a b.; cominciò a lavorare a b. (Collodi). 10. Sostantivato: a. Persona buona: Calcando i b. e sollevando i pravi (Dante); fare il b., comportarsi bene: mi raccomando, fa’ il buono! b. Con valore neutro, cosa buona: c’è del b. in quel che scrive; ha questo di b., che ciò che fa lo fa sul serio. Anche come traduzione del gr. τὸ ἀγαϑόν, ma solo quand’è messo accanto o contrapposto ad altri aggettivi sostantivati (in altri casi, il bene): il b., il bello, il vero; la cosa ha il suo b. e il suo cattivo. c. Come sostantivo vero e proprio: v. buono2. ◆ Il superlativo buonìssimo (o bonìssimo) si alterna con ottimo (v.). ◆ Dim. fam. bonino (o buonino): sta’ bonino!, sta’ calmo, tranquillo, non dar noia; dim. ant. bonétto; accr. fam. bonóne. ◆ Avv., ant., buonaménte, in buon modo; nell’uso, l’avv. corrispondente a buono è sempre bene.