Botteghino
(botteghino), s. m. inv. (scherz.) La sede del partito dei Democratici di Sinistra in via Nazionale a Roma, per metonimia dall’alterazione del nome di via delle Botteghe Oscure dove il partito aveva, in precedenza, una sede più prestigiosa e di proprietà. ◆ E ieri, sulle pagine del «Manifesto», dopo aver incontrato una delegazione del Genoa social forum, Pietro Folena (gestore pro tempore del Botteghino) ha benedetto il tutto, seppur in politichese («la criticità è un valore»), ricordando ai refrattari del partito l’atteggiamento di Renato Zangheri quando gli autonomi invasero Bologna. (Foglio, 21 giugno 2001, p. 3) • Nei corridoi del Botteghino, e a patto di non essere citati perché «tanto domani (oggi per chi legge ndr), se ne parlerà di sicuro nella direzione del partito», c’è chi non nasconde lo sconcerto. «Voglio sapere se ci siamo ufficialmente convertiti alla politica spettacolo» si sfogano. (Maria Latella, Corriere della sera, 15 giugno 2004, p. 1, Prima pagina) • La presa di posizione del filiforme leader del botteghino [Piero Fassino] non sembra diretta a blandire le ansie della parte moderata della coalizione. (Manifesto, 28 febbraio 2006, p. 9, Mondo).
Derivato dall’odonimo Botteghe (Oscure) con l’aggiunta del suffisso -ino1.