battere. Finestra di approfondimento
Diversi tipi di colpo - Il verbo b. ha un sign. molto generale e, come tale, è caratterizzato da un elevato numero di accezioni, tutte ricche di sinon. e povere di contrari. Ha inoltre un notevole contingente di der. (talora anche molto distanti dall’etimo originario: battuta nel sign. di «frase divertente») e di comp. (quasi tutti formati con l’imperat. del verbo: battipanni, battiscopa, ecc.). Il sign. primario di b. è quello di «colpire», sia nel senso di «dare colpi per fare del male a qualcuno», sia nel senso di «dare colpi a qualcosa, accidentalmente, o deliberatamente per ottenerne dei risultati». Nel primo caso, i sinon. (di solito più com. dello stesso b.) si adatteranno al tipo di percossa inferta. Oltre ai generali e frequenti colpire e percuotere, validi per tutti gli usi (anche se il primo verbo rimanda per lo più ad un solo colpo, mentre col secondo si intende una serie di colpi molto violenti: ha colpito il suo nemico con un pugno; fu percosso duramente con una serie di calci), si hanno almeno bastonare, legnare e randellare (se si usa un bastone), bersagliare, martellare e crivellare (se si usa un’arma da fuoco), ferire (se l’atto del battere ha comportato una perdita di sangue).
Se si usano le mani, i verbi più appropriati sono picchiare, malmenare e il region. menare (oltre ai più specifici prendere a schiaffi, schiaffeggiare, prendere a ceffoni, prendere a cazzotti, prendere a pugni, ecc.). Menare (apparentato etimologicamente con minacciare), dall’originario significato di «spingere un animale minacciandolo con le grida e con la frusta», e da qui dunque sviluppatosi nelle due accezioni di «accompagnare» (ant.) e di «percuotere», è molto com., come sinon. di b. e di picchiare, soprattutto nell’ital. parlato a Roma, dove è spesso costruito anche col compl. di termine o assol.: menare (qualcuno o a qualcuno).
Strumenti e oggetti - Per quanto riguarda gli oggetti che si possono battere intenzionalmente, si ricordino soprattutto le noci, per farle cadere dall’albero (col sinon. bacchiare); i tappeti o i panni, per farne uscire la polvere (col sinon. scuotere e coi comp. battitappeto e battipanni, per l’appunto gli utensili appositi); la carne, per renderla più morbida e sottile prima di cuocerla (col sinon. pestare e col comp. batticarne, l’apposito utensile); il grano (col sinon. trebbiare). S’è poi originata, da questa accezione di «colpire qualcosa», tutta una serie di espressioni, ora cristallizzate o tecniche (b. bandiera, b. moneta), ora fig. (b. cassa, b. la fiacca, b. il ferro finché è caldo, b. la grancassa, non b. un chiodo). Sempre nel novero dei colpi intenzionali vanno ricordati i sinon. sportivi: calciare e tirare nel calcio, servire nel tennis. Si battono (a macchina) i testi che si scrivono con la macchina per scrivere; in epoca recente, però, sulla tastiera dei computer i testi si digitano.
C’è infine tutta una serie di colpi accidentali che si possono dare battendo: in questo caso il sinon. più com. (e più usato dello stesso b.) è sbattere: sbattere un braccio, un ginocchio, la testa, ecc. Si ricordino, nello stesso sign., anche urtare, d’uso meno com. e leggermente più formale, e gli ancora meno frequenti cozzare, percuotere e picchiare. Lo stesso valga per l’uso intr. del verbo, dove però si possono usare come sinon. soltanto sbattere (molto più comune di b.: che sbadato, sbatto sempre da tutte le parti!), cozzare e urtare. Sempre legato a parti del corpo che battono o che si battono, esistono varie espressioni con valore sia letterale sia fig.: quando si ha molto freddo si battono i denti; un bambino che fa i capricci batte i piedi per terra (e, fig., anche un adulto, come sinon. di impuntarsi); in luogo di volare (detto di uccelli) si può dire b. le ali, anche in senso fig.: / o insensata cura de’ mortali, / quanto son difettivi sillogismi, / quei che ti fanno in basso batter l’ali! (Dante).
Usi estensivi e metaforici - Numerosissimi gli usi estens. o fig. di b.: il direttore d’orchestra batte il tempo, ovvero dà il tempo agli orchestrali e ai cantanti (ovvero, più propriam., dirige), mentre taluni cantanti battono il tempo con un piede (ovvero segnano il tempo o tengono il tempo); i vecchi orologi battevano le ore (poiché le segnalavano mediante rintocchi di campana), ovvero le suonavano o, non com., le rintoccavano; e così via, secondo tutti gli usi riportati a lemma.
Ma il significato oggi forse più comune di b. è quello sportivo. Nel lessico sportivo (che assai spesso ricorre a quello militare impiegato in chiave metaforica: attacco, combattimento, difesa, resa, scendere in campo, scudetto, scontro, ecc.) si può b. (ovvero sconfiggere, superare, vincere) un avversario, oppure b. (ovvero abbattere o migliorare) un record. In entrambe queste accezioni, a differenza dei casi sopra descritti, b. è senza dubbio il verbo più frequente e il più appropriato, rispetto ai suoi sinonimi. Sia questi usi di b. sia altri analoghi (b. qualcuno a un concorso; b. qualcuno sul tempo, cioè arrivare prima di lui, ecc.) nascono ovviamente dalle accezioni militari (in senso lato) di b. e di battersi, dalle quali hanno origine anche i der. battaglia, batteria e combattere.
Lotte e combattimenti - Come verbo pron., battersi ha due diversi valori, uno come v. intr. pron. (e in tal caso è perfettamente sinon. di combattere e di lottare: battersi per la libertà, contro i soprusi, con i prepotenti, ecc.) e un altro come v. recipr., dove invece ai vari sinon. corrisponde una diversa sfumatura: affrontarsi può indicare uno scontro meno duro di battersi (i due candidati si sono affrontati più volte nel corso della campagna elettorale). Ancora più leggera è l’idea dello scontro espressa da confrontarsi (confrontarsi su due diversi programmi politici), che talora può indicare addirittura uno scambio di opinioni del tutto pacifico (ci confrontiamo spesso sulle nostre reciproche impressioni). Combattere, invece, indica uno scontro per lo più armato o comunque violento, benché non manchino usi fig. (i due concorrenti hanno combattuto lealmente fino alla fine del telequiz). Più frequenti con uso fig. sono invece gareggiare, misurarsi e scontrarsi, mentre a una violenza non armata (bensì a colpi di pugni e schiaffi) rimandano darsele (e, più forte, darsele di santa ragione), fare a botte, fare a cazzotti, fare a pugni, picchiarsi. Pressoché estinto nel suo sign. letterale è duellare, peraltro ancora vivo con uso fig. (duellare a colpi di barzellette).