bartender
sm. e f. inv. Chi prepara e serve bevande di solito alcoliche in bar, wine bar, discoteche e simili. ♦ Per ironia della sorte non sono neanche facili i rapporti di Cipriani con l'antagonista di sempre di Sherwood, Charles Forte: due anni fa quest'ultimo, proprietario tra gli altri del Netherlands Hotel di New York sulla Fifth Avenue, chiuse nel giro di poche ore l'Harry's Bar al piano terra dell'albergo per dissapori vari con lo stesso Cipriani. Forte affidò la gestione ad un altro famoso bartender italiano, Fontana di Vicenza, ribattezzò il ristorante Quaglino ma le fortune non sono mai più state le stesse. (Eugenio Occorsio, Repubblica, 27 aprile 1990, p. 18, Affari & Finanza) • Barista, barman, bartender: quando si parla delle persone che lavorano dietro al bancone di un bar si fa spesso riferimento a queste figure; in realtà individuare quali sono i compiti di uno o dell'altro non è semplice, ma tra la gente si è diffusa questa distinzione: il barista è quello che prepara i caffè e somministra ai clienti bibite e cibi, mentre il barman è la figura specializzata nella preparazione di long drink e cocktail. Ma cos'è un bartender? Il bartender ha molti aspetti in comune con il barman, ma se ne differenzia per alcune peculiarità: a differenza del barman tradizionale, il bartender quando prepara le bevande alcooliche non si limita all'utilizzo degli strumenti tradizionali, ma con uno stile più moderno e delle tecniche che velocizzano la preparazione del drink. Si potrebbe dire che il barman, più raffinato, è adatto a locali di un certo livello come grandi hotel o lounge bar, mentre il bartender trova la sua giusta collocazione dietro i banconi di locali molto affollati come pub o discoteche. (Lettera 43.it, 19 gennaio 2016) • Jennifer dice che quello dei bartender è un universo «soprattutto maschile, è così ma non si capisce perché. Essere donna non mi ha mai posto alcun problema». È diventata la migliore del mondo in un anno e mezzo. Come ha fatto? «Il talento conta ma non quanto il lavoro. Mido mi ha allenata a riconoscere i gusti, all'inizio ero pessima ma sono migliorata in fretta. Vince chi si prepara meglio e io ho fatto tantissime prove, facendo assaggiare le mie composizioni ad altri barman e agli amici, stando attenta alle reazioni. Una vittoria di gruppo». E adesso? «Per un anno sarò ambasciatrice del concorso. Continuerò a inventarmi nuovi cocktail». (Stefano Montefiori, Corriere della sera, 25 ottobre 2016, p. 25, Cronache).
Dall’ingl. d’America bartender a sua volta composto dai s. bar e tender (in origine ‘persona che si occupa di un altro’; più tardi, ‘chi si occupa di determinate cose’).
Una attestazione remota nel «Corriere della sera» del 21 febbraio 1905, a p. 2, all’interno della rubrica “Corriere americano”, in cui si racconta di ambienti e persone statunitensi.