autosorveglianza
s. f. Controllo operato autonomamente. ◆ Quanto a Vienna, apprezzerà che Romano Prodi si dica «felice» - secondo l’agenzia «France Presse» - per il termine del boicottaggio, poiché «la Commissione non ha mai voluto isolare l’Austria». Il cammino è tuttavia lungo e non scevro da ostacoli. Arbitraggi come quelli che offriva Prodi (e lo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan) poche ore prima del verdetto diverranno ancor più preziosi nel dopo-sanzioni. Da ieri sera l’Europa ha un nuovo e impegnativo cantiere: l’autosorveglianza. (Enrico Benedetto, Stampa, 13 settembre 2000, p. 5, Estero) • L’autosorveglianza diventerà la forma estrema della libertà e la paura di non rispettare le norme ne sarà il limite. La trasparenza diventerà un obbligo; chiunque non vorrà far conoscere il proprio reddito, le proprie abitudini, il proprio stato di salute o il proprio livello di cultura sarà a priori sospetto. (Jacques Attali, Sole 24 Ore, 10 dicembre 2006, p. 1, Prima pagina) • Del sesso […] si potrebbe dire altrettanto. È un po’ dei suoi personaggi. Ma è parecchio anche suo. E spesso si precipita nel sesso degli altri, e ci sguazza: e diventa anche suo. Naturalmente ogni formula critica va adoperata con discrezione. Rinuncerò perciò a tracciare in base a quella testé enunciata una linea discriminante fra ciò che nell’opera di [Alberto] Moravia mi sembra più o meno riuscito. Dirò soltanto che l’autosorveglianza su tale materia, di per sé sfuggente ad ogni possibile controllo (perché sta un po’ fuori e un po’ dentro, un po’ è guardata e un po’ è condivisa), raggiunge il massimo nel «Conformista», (Alberto Asor Rosa, Repubblica, 15 novembre 2007, p. 42, Cultura).
Composto dal confisso auto-1 aggiunto al s. f. sorveglianza.
Già attestato nella Repubblica del 28 marzo 1994, p. 28, Lunedì della Cultura (Paolo Mauri).