antisionismo
s. m. Atteggiamento culturale e politico di opposizione e di contrasto alle più radicali espressioni del sionismo. ◆ [Silvio] Berlusconi spende anche il Medioriente nella sua campagna elettorale e lancia un durissimo attacco alla sinistra per la manifestazione romana: «È la rinascita di un antisionismo che deborda nell’antisemitismo». (Manifesto, 12 novembre 2000, p. 1, Prima pagina) • L’antisionismo è il nome che prese a destra e a sinistra l’antisemitismo quando diventò impronunciabile. Si fece votare dall’Onu l’equiparazione fra sionismo e imperialismo. Un quarto di secolo dopo le si fa votare l’equazione fra sionismo e razzismo. (Adriano Sofri, Foglio, 7 settembre 2001, p. 2) • Pochi giorni fa era giunto sul Colle un altro appello per la presenza di [Giorgio] Napolitano alla Fiera, firmato da una quarantina di artisti, politici e intellettuali, da Riccardo Muti a Massimo Cacciari, a Piero Ostellino, Magdi Allam, Bruna Ingrao, Pierluigi Battista, Stefano Menichini. Scrivono che la violenta polemica volta a boicottare la Fiera [del libro] altro non è che «antisemitismo mascherato da antisionismo», perché rappresenta «il tentativo di negare agli ebrei d’Israele il diritto d’essere nazione, e di portare nel mondo con la dignità di cittadini la lingua e la cultura ebraica». (Giovanna Favro, Stampa, 13 febbraio 2008, p. 10, Cronache Italiane).
Derivato dal s. m. sionismo con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 3 maggio 1984, p. 3 (Alberto Ronchey).
V. anche anti-Israele, antisraelismo.