ZARZUELA
. È un'operetta spagnola, seria o giocosa, di musica, prosa e danza, di argomento e ambiente spagnoli. La sua denominazione, che serve a designare sia il libretto sia la musica, proviene dal nome d'una casa de recreo, detta il Real Sitio de la Zarzuela (da zarza "rovo"), posseduta dal cardinale infante don Fernando. Non essendovi molto spazio per grandi feste, si cominciò a darvi rappresentazioni brevi, prevalentemente musicali, le quali si chiamarono fiestas de zarzuela. Da allora fu cosi chiamata qualsiasi opera scenica in cui la parte declamata si alterna al canto, genere intermedio fra il dramma e l'opera, simile all'opéra comique francese, all'operetta italiana, al Singspiel tedesco, al musical play inglese, ma che attraverso la sua evoluzione ha conservato, salvo occasionali influssi stranieri, impronta propria e fisionomia caratteristica, gnzie alla partecipazione che l'elemento tradizionale ha generalmente avuto nelle sue produzioni. La zarzuela ha costituito spettacolo prediletto degli Spagnoli nel sec. XVII, risorto poi nel XlX, ma ora nuovamente in decadenza.
Se ne debbono ricercare le primitive origini nelle Egloghe di Juan del Enzina, nelle Farse di Lucas Fernández, negli Autos di Gil Vicente, nelle Feste o Commedie cantate di varî altri autori, nonché nei villancicos, cantarcillos, tonadas, tonadillas, ensaladas e simili composizioni liriche che solevano precedere o intercalarsi alle rappresentazioni dei secoli XV e XVI; ma la nascita della vera e propria zarzuela si può esattamente assegnare al 1629, data della rappresentazione al palazzo reale di Madrid dell'egloga pastorale di Lope de Vega La selva sin amor, con musica di ignoto autore. Seguirono altre zarzuele dello stesso Lope de Vega, di Calderón de la Barca, Vélez de Guevara, Tirso de Molina, di quasi tutti i commediografi del Seicento: e anzi, il nome di zarzuela apparve per la prima volta applicato alle opere di Calderón: El golfo de las sirenas ed Eco y Narciso.
La zarzuela non solo fu accolta con entusiasmo a Madrid e nelle principali città di Spagna, ma varcò anche le frontiere, portata dalle compagnie spagnole in Italia o Francia, dove esercitò positivo influsso sulle rispettive scene liriche, anche per quanto riguarda la parte letteraria. Venute in Spagna le prime compagnie di opera italiana sul principio del sec. XVIII la zarzuela cominciò a languire, venendo a poco a poco relegata come arte volgare ai teatri popolari, fino a decadere completamente.
La zarzuela risorse però verso la metà del sec. XIX, distinguendosi in due sorta: la zarzuela grande, di argomento drammatico, in tre o quattro atti, e quella del género chico, più breve in uno o due atti, di carattere giocoso, destinata ai caffè-concerto o ai teatri a ore o sezioni, allora in auge. La prima zarzuela di questo periodo fu Colegialas y soldados, libretto di Pina (1849); e tanto crebbe il favore del pubblico per questo genere di spettacolo, che nel 1856 venne costruito a Madrid un teatro a esso esclusivamente destinato, il Teatro de la Zarzuela, e nel 1874, pure a Madrid (Calle Alcalá), venne inaugurato e destinato alla zarzuela il più vasto Teatro Apolo (demolito nel 1930).
I più celebri librettisti di zarzuele di quest'ultima epoca furono Ricardo de la Vega, Javier de Burgos, Ramos Carrión, Vital Aza, Tomás Luceño, Sinesio Delgado, Carlos Arniches, López Silva, Fernández Shaw, Miguel Echegaray, Jackson Veyán, Fusebio Blasco, Ceferino Palencia, Perrín, Palacios, Estremera, ecc.
Pressoché morta la zarzuela grande, anche il género chico andò declinando di fronte all'operetta viennese, e sebbene si sia poi alquanto risollevato a misura che questa perdeva terreno, tuttavia si può oggi considerare come un genere in piena decadenza.
Bibl.: F. Pedrell, Teatro lírico español anterior al siglo XIX, La Coruña 1896-98; M. Zurita, Hist. del Género chico, 1920.