CAPPONI, Zanobi
Nacque nel 1381 da Niccolò di Mico e da Margherita di Iacopo Gianni. Appartenente a un ramo cadetto della famiglia, il C. ebbe un ruolo modesto nella vita politica di Firenze ed è ricordato principalmente come uno dei primi comandanti di navi fiorentine nell'epoca in cui, dopo l'occupazione di Pisa e di Livorno avvenuta agli inizi del sec. XV, fa intrapresa la costituzione di una flotta di galee comunali. Nel 1405, quando Gino Capponi, cugino del C., stava guidando le manovre politiche e militari tendenti all'annessione di Pisa, il C. fu incaricato di una missione segreta a Genova: doveva chiedere il nolo di una flotta di galee per bloccare la foce dell'Arno e tagliare a Pisa le vie di rifornimento. La missione ebbe successo e una flotta fu mandata al comando di Cosimo Grimaldi; su tali galee il C. ricoprì l'incarico di commissario fiorentino.
Dopo il successo dell'impresa contro Pisa, del C. non abbiamo più notizie per oltre quindici anni. Si è ipotizzato che egli possa aver noleggiato una nave per suo conto ed essersi dato al commercio marittimo nell'interesse della sua famiglia, e certamente il fatto che egli non abbia ricoperto pubblici uffici a Firenze in questo periodo fa pensare ad una sua assenza dalla città; ma comunque il C. dovette avere scarsa importanza anche come mercante, dato che rimase sempre di modeste condizioni economiche.
Nel 1422 il C. ebbe il comando della prima galea comunale fiorentina varata a Pisa, e ciò rafforza l'impressione che egli fosse un esperto marinaio e avesse svolto tale attività negli anni precedenti. Il varo di questa prima galea il 15 apr. 1422 costituì un momento di grande solennità a Firenze, e il C. salpò per un viaggio di prova al largo delle coste della Corsica. Tuttavia, quando a luglio le due prime galee dovevano salpare per Alessandria, all'ultimo momento il C. fu sostituito nel comando dal pisano Giuliano di Turpia. Stranamente, il C. non ebbe in seguito alcuna parte nei viaggi delle galee, ma cominciò gradualmente a partecipare maggiormente alla vita politica fiorentina. Il C. ebbe la sua prima carica pubblica nel 1423, quando fu mandato a Montelupo come podestà, ma in seguito non si sa più nulla di lui per otto anni: forse ancora una volta aveva lasciato Firenze per le sue imprese commerciali. Nel 1431 il C. era provveditore delle Condotte; in seguito, nel 1434, egli ebbe una posizione relativamente di maggior prestigio come membro della Balia che pose le basi del predominio dei Medici sulla politica di Firenze. Il C. era uno dei tre membri della sua famiglia in quella Balia, e da quel momento in poi rimase una delle figure minori del regime mediceo. Nel 1436 fu capitano a Cortona, nel 1438 podestà a Barbialla, nel 1441 podestà a Castelfiorentino; poi fece parte due volte, nel 1444 e nel 1449, dei sommi Consigli esecutivi come gonfaloniere delle compagnie, e nel 1445 fu dei Dieci di libertà; nel 1448, infine, fu podestà di Bibbiena.
Il C. morì il 9 gennaio 1451.
Il C. si sposò tre volte: della prima moglie sappiamo solo il nome, Ravenna; la seconda fu Ghita di Verano Davizzi e l'ultima Bandecca di Francesco Mannelli. I Mannelli erano strettamente alleati ai Capponi e un cugino di Bandecca, Raimondo, era uno dei principali capitani di mare della Repubblica. Il C. ebbe dieci figli, la maggior parte dei quali morirono giovani e di cui nessuno ebbe una qualche importanza nella vita pubblica; tra essi abbiamo notizia di un Marco, fuggito in esilio dopo aver assassinato un membro della famiglia Vermigli, e di Costantino, che raggiunse una certa prosperità col commercio della seta e che fu esiliato nel 1494 come acceso partigiano dei Medici. La famiglia non era ricca e il C., a quanto risulta dalle sue dichiarazioni catastali, visse sempre in abitazioni d'affitto, cosa insolita per un fiorentino di ceto elevato. Il suo insuccesso nell'acquistarsi riconoscimenti e durevole importanza in quella carriera navale, in cui egli era uno dei pochi fiorentini ad avere una qualche esperienza, fa pensare che egli fosse in qualche modo considerato poco degno di fiducia, se non incompetente. Anche il suo insuccesso nella mercatura, nonostante le potenti relazioni della sua famiglia, conferma tale impressione.
Fonti e Bibl.: Le più importanti fonti contemporanee citano il C. solo in relazione al viaggio in galea del 1422: si vedano G. Cambi, Istorie, in Delizie degli eruditi toscani, XX (1786), p. 157; Bartolomeo di Michele Corazza, Diario fiorentino, a cura di G. O. Corazzini, in Arch. stor. ital., s. 5, XIV (1894), p. 277; Paolo de' Pietriboni, Cronaca, in A. Sapori, I primi viaggi di Levante e Ponentedelle galere fiorentine,ibid., CXIV (1956), p. 77. Per l'unica raccolta di materiale biografico si veda P. Litta, Le famiglie celebri italiane,sub voce Capponi, tav. III. Si confrontino inoltre: S. Ammirato, Istorie fiorentine, II, Firenze 1641, p. 997; G. F. Pagnini, Della decima e di varie altre gravezze imposto dal Comune di Firenze, II, Lucca 1765, pp. 59 s.; T. Tozzetti, Relazioni di alcuniviaggi, II, Firenze 1768, p. 329; C. Gutkind, Cosimo de' Medici, London 1938, p. 179; N. Rubinstein, The Government of Florence under the Medici, 1434-94, Oxford 1966, p. 246; M. E. Mallett, TheFlorentine Galleys in the Fifteenth Century, Oxford 1967, pp. 36 ss., 153; F. W. Kent, Ottimati families in Florentine politics and society, 1427-1530, univ. di Londra, tesi di laurea, anno acc. 1971, pp. 449 s.