Lutoławski, Witold
Compositore polacco, nato a Varsavia il 25 gennaio 1913, morto ivi il 7 febbraio 1994. Studiò al conservatorio di Varsavia, dove fu allievo di J. Lefeld per il piano e di W. Maliszewski per la composizione. Dopo un breve periodo di prigionia in Germania, durante la Seconda guerra mondiale collaborò con la resistenza polacca; a questa esperienza sono legati i Pieśni walki podziemnej (Canti della lotta clandestina, 1943-44). In difficoltà con le direttive estetiche dell'epoca staliniana che bollarono come 'formalista' la sua prima Sinfonia (1941-47), L., come altri della sua generazione, trovò maggiore spazio grazie alle riforme che seguirono, anche in campo musicale, alla morte di Stalin (1953). Fu protagonista di rilievo della Nuova musica polacca e tra i fondatori del Festival internazionale d'autunno di Varsavia (1956). Vinse tre edizioni del Premio Unesco per la composizione (1959, 1964 e 1968).
L. occupa con la sua produzione una posizione originale tra Novecento storico e avanguardie postweberniane, legata alla tradizione musicale polacca (Chopin e Szymanowski innanzitutto) e al tempo stesso orientata alla cultura francese e più in generale latina. Le composizioni degli anni Cinquanta portano il segno del lavoro di raccolta e rielaborazione di brani popolari, così come del riferimento privilegiato all'opera di Bartók, Stravinskij, Ravel, Prokof´ev. Oltre alla prima Sinfonia, a questa fase risalgono l'Ouverture per archi (1949, con citazioni dalla Musica per archi, celesta e percussioni di Bartók), il Concerto per orchestra (1950-54) e la Musique funèbre. À la mémoire de Béla Bartók (1954-58). In questo brano, vertice della prima fase creativa e preludio alla successiva, L. mette in opera per la prima volta un modello formale gerarchico, prevalentemente bipartito, nel quale l'intera costruzione è ordinata ad un unico punto culminante; lo stesso modello è rinvenibile, pur con alcune varianti e rielaborazioni, in quasi tutte le successive composizioni strumentali. Compare inoltre nella Musique funèbre l'interesse per le costellazioni armoniche e intervallari, che costituisce un'altra costante nella ricerca compositiva di Lutosławski.
Con Jeux vénitiens per orchestra (1961) inizia una nuova fase, contrassegnata soprattutto dallo sviluppo di un'originale concezione delle componenti casuali nella creazione musicale: il 'contrappunto aleatorio', che delega al singolo esecutore un margine di discrezionalità nella scelta dei tempi determinando nell'effetto d'insieme una sorta di superficie sonora lievemente mossa. L'impiego di questa e altre tecniche aleatorie impegnò L. fino alla metà degli anni Settanta, accompagnandosi alla ricerca sullo sviluppo di un'armonia a dodici suoni (tuttavia non riconducibile alla dodecafonia della Scuola di Vienna) e sulla costruzione intervallare. Si ricordano, di questo periodo, la cantata corale Trois poèmes d'Henri Michaux (1961-63, primo esempio della predilezione di L. per i testi di autori francesi che segnerà molti dei suoi lavori vocali), il Quartetto per archi (1964), la seconda Sinfonia (1967), il Concerto per violoncello e orchestra (1969-70, dedicato a Rostropovič), i Preludi e Fughe per 13 archi solisti (1970-72).
Nelle opere successive, e fino alla fine degli anni Ottanta, L. rivolse l'attenzione all'equilibrio tra componenti ad libitum e componenti 'a battuta', dunque in tempo esatto, e spesso scelse forme più brevi che nel passato, mentre nell'ultima fase creativa evitò quasi del tutto il ricorso a operazioni casuali. Fra le ultime composizioni si ricordano la terza Sinfonia (1981-83), Chain 1 (1983), Chain 2 (1985) e Chain 3 (1986), Slides (1988), Chantefleurs et chantefables per soprano e orchestra (1991, su testo di R. Desnos), la quarta Sinfonia (1992).
bibliografia
Witold Lutosławski, hrsg H.-K. Metzger, in Musik-Konzepte, 1991, 71-73, nr. monografici;.
Ch. Bodman Rae, The music of Lutosławski, London 1994.
M. Homma, Witold Lutosławski. Zwölfton-Harmonik, Formbildung, "aleatorischer Kontrapunkt", Köln 1996.
Z. Skowron, Lutosławski studies, Oxford 1998.