Jevons, William Stanley
Economista, statistico e filosofo inglese (Liverpool 1835 - Galley Hill 1882). Fu professore di logica e filosofia morale nell’Università di Manchester (1863-75) e di economia politica in quella di Londra. Definì la teoria economica una scienza matematica fondata sul calcolo del piacere, ispirandosi all’utilitarismo (➔). Nell’opera The theory of political economy (1871) introdusse in termini analitici la funzione di utilità, soggettiva e individuale, con utilità marginale decrescente, distinguendo l’utilità totale dal grado finale di utilità. Adottò il principio che l’agente economico razionale massimizza l’utilità nell’allocazione delle risorse. In polemica con la scuola ricardiana, nelle equazioni d’equilibrio nello scambio spiegò il prezzo relativo tra due beni con il rapporto tra le rispettive utilità marginali. Nel saggio A serious fall in the value of gold (1863), contributo innovativo alla statistica economica, costruì indici dei prezzi per stimare la perdita di valore dell’oro. Economista applicato, denunciò i rischi dell’esaurirsi del carbone, risorsa cruciale per l’economia britannica (The coal question, 1865). Affrontò lo studio pionieristico delle serie storiche, individuando le fluttuazioni stagionali e spiegando la regolarità del ciclo con gli effetti sull’economia delle macchie solari (➔ macchia solare). Scrisse saggi di economia monetaria e intervenne sulla questione sociale con attenzione alla maternità, all’istruzione, alle politiche del lavoro. Logico ed epistemologo, discusse le teorie dell’induzione e della probabilità (Pure logic, 1863; Principles of science, 1874). Costruì una macchina per il calcolo logico, considerata tra gli apparati precursori del calcolatore.