HENLEY, William Ernest
Poeta inglese nato a Gloucester il 23 agosto 1849, morto a Londra l'11 luglio 1903. Nel 1874, a causa d'una mal3ttia di natura tubercolotica, dové subire in un ospedale di Edimburgo l'amputazione d'un piede. Per il tramite di L. Stephen, direttore del Cornhill Magazine a cui collaborava, il H. ricevette nell'ospedale la visita di R. L. Stevenson, con cui strinse viva amicizia, rinsaldata poi da collaborazioni letterarie. Uscito dall'ospedale si dedicò al giornalismo, del quale continuò ad occuparsi, più o meno, per tutta la vita. Fra i periodici da lui diretti o pubblicati: The Magazine of Art (1882-86); The Scots observer (poi The National observer, 1888-93); The New Review (1893-98).
Il H. fu allievo di Th. E. Brown, poeta e seguace del Wordsworth; ma non si sottrasse neppur lui alla caratteristica di tutti i poeti inglesi nati nel decennio 1840-50 che risentirono, sia come punto da cui prender le mosse, sia come adesione o differenziazione, l'influsso del movimento preraffaellita. Ma H., temperamento esuberante che amava la forza e nella vita come nell'arte non era alieno dall'arbitrio, subì anche notevolmente l'influsso della letteratura francese che studiò e conobbe, specie nelle tendenze a lui contemporanee. Queste tendenze egli assorbì non solo in ciò che avevano di vitale, ma anche negli atteggiamenti a cui davano luogo: specialmente nelle sue prose (Views and Reviews, I, Literature, 1890; II, Painting and Sculpture, 1901; ecc.), adottò volentieri, sia pure per amor di polemica, opinioni stravaganti. Fu però con la sua opera poetica che egli introdusse in Inghilterra l'impressionismo assimilato dalla letteratura francese. Nelle sue liriche si trova, oltre alla predilezione per gli aspetti moderni della vita, una sensibilità e una visione artistica che precorrono il simbolismo, il futurismo e anche il recentissimo movimento letterario inglese che prende nome dalla rivista The Blast. L'impressionismo del H. si manifestò fin dagli Hospital verses, scritti durante la degenza a Edimburgo, nei quali espresse le sue sofferenze con intensità e con impressionante evidenza. Queste liriche, pubblicate dapprima nel Cornhill Magazine, furono poi raccolte con altre in A Book of verses (1888; 4a ed., 1893), e contengono il meglio della poesia del H. Assai notevole tuttavia è anche la raccolta degli Echoes in cui egli volle riecheggiare le più varie tonalità poetiche, dalle ballate antiche fino allo Swinburne; ma la sua personalitä robusta prese imperiosamente il sopravvento, sicché gli echi sono talora così deboli, da far credere la confessata imitazione solo un pretesto. Nei libri successivi (The Song of the Sword, 1892; ripubblicato con revisioni e aggiunte nel 1893 sotto il titolo London Voluntaries); Hawthorn and Lavender (1899); For England's Sake (1900), il poeta fa maggiori concessioni alle sue violenze di espressione; ma pur fra tali intemperanze, quest'ultima parte della sua opera contiene molte liriche di valore notevolissimo, come la famosa England, my England!. Il H. scrisse anche in collaborazione con lo Stevenson quattro commedie: Beau Austin, Deacon Brodie, Admiral Guinea, Macaire, le prime tre apparse nel 1892, la quarta nel 1895. Per il centenario di R. Burns, il H. curò con T. F. Henderson un'edizione delle opere del poeta scozzese, sul quale scrisse un interessante saggio.
Ediz.: Works, voll. 7, 1908.
Bibl.: A. Symons, in Fortnightly Review (agosto 1892); S. Low, in Cornhill Magazine (1903); L. C. Cornford, W. E. H., Londra 1913.