HERZOG, Werner
(pseud. di Stipetic, Werner)
Regista cinematografico tedesco, nato a Monaco di Baviera il 5 settembre 1942. Dopo aver trascorso l'infanzia nelle Alpi bavaresi si stabilisce a Monaco con la madre, non segue corsi regolari di studio, e inizia ben presto una serie di viaggi in Grecia, dove aveva operato il nonno archeologo, in Egitto, in Sudan, in Albania e, successivamente, in Gran Bretagna.
Interessato al cinema fin da ragazzo, per girare brevi documentari lavora di notte come saldatore in un'acciaieria. Diplomatosi nel 1961, ottiene una borsa di studio al Dipartimento di cinema e televisione di Pittsburgh, presso il quale non resta però a lungo: mantenendosi con lavori saltuari, visita a piedi gli Stati Uniti e il Messico. Per il suo primo lungometraggio a soggetto, Lebenszeichen (1967), crea intorno a sé una sorta di bottega artigiana (si servirà a lungo degli stessi collaboratori). Il film, ambientato in un'isola della Grecia durante la seconda guerra mondiale, parla di un soldato posto di guardia a un deposito di munizioni, della sua "rivolta contro tutti, contro un nemico incomparabilmente più forte", e della sua sconfitta. I due elementi base del cinema di H. sono già presenti in Lebenszeichen: un paesaggio irregolare e allucinato, una terra che modifica le persone che la abitano e, a poco a poco, le porta alla pazzia, e un veggente che si sforza di decifrare un enigma.
Quasi si sentisse partecipe delle tensioni dell'espressionismo (nel 1979 rilegge due testi espressionistici: il film di F. W. Murnau in Nosferatu - Phantom der Nacht [Nosferatu, principe della notte] e il dramma di G. Büchner in Woyzeck), H. privilegia figure di complessa personalità, caratteri tentati da un viaggio inteso come sfida a se stessi; sceglie attori o di quasi incontrollabile temperamento (come K. Kinski) o, al contrario, privi di qualunque educazione cinematografica o teatrale (il Bruno S. di Jeder für Sich und Gott gegen Alle, L'enigma di Kaspar Hauser, 1974; con lo stesso titolo, la sceneggiatura in trad. it., Milano 1979), o ancora, come in Herz aus Glas (Cuore di vetro, 1976), addirittura persone che egli stesso ipnotizza.
Questo accorgimento contribuisce a suggerire quello spazio sospeso fra sogno e realtà tipico del suo cinema. Al termine del loro peregrinare, le sue figure narrative pervengono a un'illuminazione; la terra del silenzio e dell'oscurità, alla quale hanno pagato un pegno anche doloroso, si svela e mostra di essere una forma cava; tuttavia il nulla assorbe ma non vince l'eroe.
In quanto a riuscita espressiva, fra le opere di H. notevoli appaiono il citato Jeder für Sich und Gott gegen Alle e Stroszek (La ballata di Stroszeck, 1977); meno esemplari Aguirre, der Zorn Gottes (Aguirre, furore di Dio, 1972) e Fitzcarraldo (1982); stravagante Wo die grünen Ameisen träumen (Dove sognano le formiche verdi, 1984); Cobra verde (1987).
Nelle poche ma significative prove di narrativa, H. conferma la propria curiosità verso quei fenomeni, sia naturali sia soprattutto sociali e soggettivi, che più apertamente appaiono appesantiti dall'emarginazione o almeno dall'ambiguità, ora con uno spiccato gusto del catastrofico (Vom Gehen im Eis, 1978; trad. it., 1980: diario di un inconsueto viaggio a piedi da Monaco a Parigi), ora persino con delirante aspirazione a mete lontane e inconoscibili che non può sfociare che nell'insuccesso e nella frustrazione, soltanto in parte mitigata da venature di autoironia (Fitzcarraldo, 1982; trad. it., 1982, narrazione d'una tentata fuga dalle spire opprimenti della quotidianità al limite del patetico e del folle).
Bibl.: Le sceneggiature dei film di H. sono pubblicate nei volumi: Drehbücher I (Lebenszeichen, Auch Zwerge haben klein angefangen, Fata Morgana), Monaco 1977; Drehbücher II (Aguirre, der Zorn Gottes; Jeder für Sich und Gott gegen Alle; Land des Schweigens und der Dunkelheit), ivi 1977; Stroszek - Nosferatu. Zwei Filmerzählungen, ivi 1979 (trad. it., Milano 1982). Critica: AA. VV., W. Herzog, MonacoVienna 1979; F. Grosoli, W. Herzog, Firenze 1981; G. Grazzini, Gli anni Settanta in cento film, Roma-Bari 1988; e si vedano, dello stesso Grazzini, le raccolte annuali di recensioni Cinema '77, Cinema '79, Cinema '81, Cinema '82, Cinema '84, Cinema '87, Cinema '88, ivi 1978-89.