Ruttmann, Walther (o Walter)
Regista cinematografico tedesco, nato a Francoforte sul Meno il 28 dicembre 1887 e morto a Berlino il 15 luglio 1941. Esponente di rilievo dell'avanguardia cinematografica, profondo conoscitore di musica, si dedicò a una sorta di 'documentarismo sinfonico', utilizzando le immagini reali come elementi di una sinfonia visiva, in cui l'aspetto documentaristico si annulla nel ritmo del montaggio secondo uno stile formalmente rigoroso.
Compiuti gli studi classici, studiò architettura a Zurigo e a Monaco, dove frequentò anche l'Accademia di Belle Arti, perfezionandosi in pittura a Marburg. Lavorò come pittore e grafico nei primi anni Dieci, quindi partì volontario nella Prima guerra mondiale e fu congedato nel 1917. In quello stesso anno scrisse Kunst und Kino (pubblicato postumo in W. Schobert, Der deutsche Avantgarde Film der 20er Jahre, 1989), in cui affronta le questioni dei rapporti fra il cinema e l'arte. Nel 1919-20, stabilitosi a Monaco, cominciò a interessarsi concretamente di cinema che definì, in Malerei mit Zeit (1919, pubblicato postumo per la prima volta in Film als Film. 1910 bis Heute, hrsg. B. Hein, W. Herzogenrath, 1977, pp. 63-64), "un'arte concepita per l'occhio, che si differenzia dalla pittura perché si evolve nel tempo (come la musica) e perché il fondamento dell'artisticità non sta (come nel quadro) nella riduzione di un evento (reale o formale) a un momento, bensì proprio nell'evoluzione dell'aspetto formale e livello temporale". Nel 1920 fondò la Ruttmann-Film GmbH e realizzò il suo primo film, Lichtspiel Opus I, che fu presentato a Berlino il 27 aprile 1921 con accompagnamento musicale di Max Butting. Quest'opera, che ottenne grande successo, fu la prima di altre tre, Lichtspiel Opus II (1922), Ruttmann Opus III (1924), Ruttmann Opus IV (1925), che si collocano, insieme ai film di Hans Richter e di Viking Eggeling, fra i migliori esempi di cinema astratto. Nell'ottica del 'documentarismo sinfonico' R. girò poi, nel 1927, Berlin. Die Sinfonie der Grossstadt, un ampio documentario che descrive la vita berlinese attraverso una serie di sequenze frammentarie che danno della città un'immagine dinamica e polivalente. Nel 1929, impiegando in modo originale il sonoro, realizzò, sulla medesima linea programmatica, Melodie der Welt (La melodia del mondo), la rappresentazione di un viaggio intorno al mondo in modi e forme anch'esse frammentari e ritmati da un montaggio sincopato. Le ricerche sul suono lo portarono a realizzare due film di grande interesse tecnico-espressivo, Weekend (1930) e In der Nacht (1931), che si collocano a buon diritto nel solco dell'avanguardia cinematografica. Chiamato da Emilio Cecchi in Italia a dirigere Acciaio (1933), da un soggetto di L. Pirandello (in realtà del figlio Stefano Landi), con una partitura musicale di Gian Francesco Malipiero, R. vi realizzò un film fortemente diviso fra interessi documentaristici e interessi formali che si esprimono rispettivamente nelle ampie sequenze, quasi astratte, delle acciaierie di Terni, e nell'esile storia d'amore e d'amicizia che ne regge la struttura drammatica. Tornato a Berlino a metà del 1933, aderì al nazismo, partecipò alla lavorazione di Triumph des Willens (1935; Il trionfo della volontà) di Leni Riefenstahl ‒ ma il materiale da lui girato non venne utilizzato ‒ e diresse i documentari Altgermanische Bauernkultur (1934) e Metall des Himmels (1935), di grande fascino visivo. Con il medesimo stile 'sinfonico', in cui le immagini e i suoni rischiano di svuotare di contenuto gli aspetti informativi del documentario, realizzò Kleiner Film einer Grossen Stadt… der Stadt Düsseldorf am Rhein (1935), Stuttgart, die Grossstadt zwischen Wald und Reben (1935) e altri film del genere, fra i quali alcuni industriali e pubblicitari come Mannesmann. Ein Film der Mannesmannröhren-Werke (1937) e Im Zeichen des Vertrauens. Ein Bayer-Film (1938). Nei primi anni della Seconda guerra mondiale diresse ancora alcuni documentari bellici, tra cui un posto di rilievo occupa Deutscher Panzer (1940), che rimane legato a quel gusto per l'immagine dinamica che caratterizza la sua intera opera cinematografica.
J. Goergen, Walter Ruttmann. Eine Dokumentation, Berlin 1989.
Acciaio. Un film degli anni Trenta. Pagine inedite di una storia italiana, a cura di C. Camerini, Torino 1990.
Retroscena di "Acciaio". Indagine su un'esperienza cinematografica di G. Francesco Malipiero, Firenze 1993.
Walter Ruttmann. Cinema, pittura, ars acustica, a cura di L. Quaresima, Trento 1994.