Studioso di folclore russo (Pietroburgo 1895 - Leningrado, già Pietroburgo, 1970). Nella sua opera principale, Morfologija skazki (1928) P. sottopone a un esame critico gli schemi di classificazione delle fiabe e individua 31 funzioni narrative dei personaggi che formano la struttura costante di ogni fiaba. Il suo metodo ha anticipato aspetti fondamentali dell'analisi strutturale in linguistica e in antropologia.La teoria e il sistema di P. è divenuto negli anni Sessanta un referente costante e primario di tutta l'antropologia culturale europea, com'è testimoniato, tra l'altro, dalla polemica con Lévy-Strauss.
Figlio di un ex colono tedesco, studiò filologia slava presso l'univ. di Pietroburgo, dove fu allievo di S. A. Vengerov. Fu poi prof. di lingua e letteratura russa nelle scuole medie, quindi (dal 1938) di lingua tedesca e successivamente di folclore all'univ. di Leningrado. Nell'opera cui deve soprattutto la sua notorietà, Morfologija skazki («Morfologia della fiaba», 1928; 2a ed. 1969), P. sottopone, in primo luogo, a un esame critico i più importanti schemi di classificazione proposti fino a quel momento, e in particolare quelli elaborati secondo l'impostazione della scuola finnica, in base ai quali le fiabe erano studiate e ripartite in termini di intrecci, o tipi, oppure di motivi. Nel primo caso, obietta P., l'estrema variabilità della fiaba e la trasferibilità dei suoi elementi rendono assai dubbiosa la definizione di tipi e l'attribuzione, all'uno o all'altro, dei diversi intrecci; nel secondo caso, la definizione del motivo come unità minima non scomponibile non si traduce in operazioni di classificazione ad essa adeguate, bensì nella selezione alquanto arbitraria di unità che potrebbero essere ulteriormente scomposte. La ricerca di elementi costruttivi della fiaba non più riducibili e definiti in modo univoco conduce P. all'individuazione di quelle costanti della fiaba che sono le funzioni narrative dei personaggi, nella terminologia da lui adottata; queste funzioni sono identificate non in base al contenuto specifico dell'agire del personaggio stesso, ma del significato che esso assume nell'intero svolgimento della vicenda; esse sono in numero ristretto (31) e si susseguono sempre nello stesso ordine, formando una successione lineare che rappresenta la struttura di cui le fiabe sono realizzazioni più o meno complete (alcune funzioni possono non essere presenti). L'individuazione delle funzioni si risolve quindi nella determinazione di un limitato numero di categorie semantiche entro cui distribuire un numero illimitato di azioni possibili; per es., la funzione «danneggiamento» comprende 19 tipi di azioni («rapimento di persona»; «eliminazione violenta dell'aiutante», «devastazione del raccolto», «rapina», ecc.). Tutte le fiabe, dunque, hanno una struttura costante, cioè si sviluppano secondo un ben definito modello composto da una serie di funzioni; tale struttura si presenta a sua volta come un efficace e univoco strumento di classificazione, che permette di escludere altri tipi di narrazione caratterizzati da un diverso schema compositivo. La Morfologija ha dovuto attendere molti anni per avere il giusto riconoscimento, dapprima in Occidente (trad. ingl. in International Journal of American linguistics, 1958; trad. it. 1966), quindi anche in URSS e negli altri paesi socialisti, dove inizialmente era stata quasi ignorata, in concomitanza con la diffusione dei metodi strutturali nelle scienze umane; linguisti, folcloristi ed etnologi occidentali, a cominciare da C. Lévi-Strauss, hanno infatti riconosciuto come la ricerca di P., partita da esigenze di classificazione della fiaba, abbia finito per anticipare aspetti fondamentali dell'analisi strutturale in linguistica e in antropologia. Di notevole interesse è anche l'opera Istoričeskie korni volšebnoj skazki (1946; trad. it. Le radici storiche dei racconti di fate, 1949, 2a ed. 1972), che rappresenta la continuazione coerente della Morfologija, in quanto utilizza il modello strutturale in essa elaborato per ricostruire la genesi della fiaba: l'esame di un abbondante materiale favolistico e mitologico permette a P. di far risalire gli elementi costitutivi della fiaba soprattutto ai riti d'iniziazione e miti relativi delle società «primitive» o fondate sul clan. Un interessante esempio di analisi strutturale di tradizioni popolari russe ancora in vita o appena scomparse è costituito da Russkie agrarnye prazdniki (1963; trad. it. Feste agrarie russe, 1978).